Il consiglio dei ministri approva il disegno di legge

Per il Guardasigilli Andrea Orlando è un "punto di svolta", mentre il collega dell'Agricoltura Maurizio Martina la definisce una "legge fondamentale a tutela dei giovani". Per l'atteso disegno di legge sull'equo compenso nelle prestazioni legali è arrivata oggi la luce verde del Consiglio dei ministri.

Il provvedimento "mira a riequilibrare la posizione contrattuale dei professionisti avvocati nei confronti di soggetti connotati da particolare forza contrattuale ed economica, individuati in particolare nelle imprese bancarie e assicurative e nelle imprese diverse da quelle piccole e medie, nonché a tutelare l'equità del compenso degli avvocati, evitando che una concorrenza potenzialmente distorta possa tradursi nell'offerta di prestazioni professionali al ribasso, con il rischio di un peggioramento della loro qualità".

Il punto focale sono le "clausole vessatorie inserite nelle convenzioni contrattuali stipulate tra professionisti avvocati e clienti cosiddetti "forti", che per il ddl diventano di fatto nulle. E, per fare ancora più chiarezza, vengono definite come vessatorie "le clausole che, anche in ragione della non equità del compenso pattuito, determinino un significativo squilibrio contrattuale a carico dell'avvocato".

Soddisfatto lo stesso Orlando, che in conferenza stampa in via Arenula spiega come "per noi è un punto di svolta in un momento di crisi dell'avvocatura e degli squilibri causati da committenti forti e da un numero di avvocati che sono cresciuti. C'è uno squilibrio da colmare, questa normativa si propone questo". Ovviamente servirà, dopo la pausa estiva, l'ok finale in aula ma Orlando si dice certo che "il Parlamento elaborerà in un clima positivo un eventuale affinamento della normativa che è frutto di un confronto: il segnale politico è di forza e chiarezza e può segnare uno spartiacque, la fine di un'ideologia mercatista e liberista". E una svolta, conclude, contro il "capolarato intellettuale". 

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