Roma, 26 feb. (LaPresse) – “Una parte del paese, un quarto, ha lasciato le vecchie appartenenze e ha scelto di mandare un segnale di cambiamento. Si tratta, rispetto al 2008, di un terzo degli elettori del centrosinistra e il 27-28% degli elettori del centrodestra. L’altra parte del paese, quella maggioritaria (circa il 60% degli elettori), ha scelto di continuare a votare per appartenenza”. Così nella sua analisi del voto, l’istituto di sondaggi e statistiche Swg. Sparita dai sondaggi, “la quota di elettorato di centrodestra, alla fine, è riaffiorata” ed “ha votato per Berlusconi, nonostante tutto, anche se ha punito la Lega, specie in Veneto e Piemonte”.

Per quanto riguarda il Movimento 5 Stelle, per Swg ha riportato “al voto più di 3 milioni di astenuti e intercettato gli elettori delusi dai due schieramenti in misura quasi equa (7-8% di voti validi da ciascuno). La delegazione più numerosa è quella degli ex-Pdl”. Le new entry di Grillo e Monti erodono al Pd 1,5 milioni di voti. Il partito di Bersani mantiene la propria consistenza recuperando una parte dei voti che nel 2008 e 2009 erano passati all’Idv o al non voto. Monti convince le classi dirigenti e gli elettori che non si riconoscono nei due schieramenti, mentre è limitato il flusso da centrodestra (2%) e da centrosinistra (1,5%).

Tranne che in Lombardia, in cui la corsa alle regionali di Maroni argina i danni, secondo Swg, nel resto del Nord il Carroccio perde più della metà dei voti. Soffre, soprattutto, la concorrenza di Grillo, ma cede punti anche al Pdl. Il crollo più eclatante la Lega lo ha avuto nel Veneto: dal 35% delle Regionali ’10 all’11%, con un passaggio di quasi 9% di voti a Grillo.

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