Messina, 15 feb. (LaPresse) – “Segretario posso dirle una cosa? Stiamo attenti a Grillo”. Angelino Alfano ha appena stretto l’ennesima mano ed esibito l’ennesimo sorriso per accontentare i tanti sostenitori che vogliono una foto ricordo sul telefonino, ma non può far finta di non aver sentito. L’affermazione proviene da una voce amica e vuole solo essere un consiglio. “E lo so”, è costretto a rispondere. A dodici anni dal 61 a zero ottenuto alle politiche del 2001 e ad appena quattro mesi dalle Regionali che hanno consegnato a Rosario Crocetta, ex sindaco di Gela, gay e comunista, la poltrona più alta di palazzo dei Normanni e proclamato il Movimento 5 stelle primo ‘partito’ dell’isola, il segretario Pdl è a Messina per riconquistare la Sicilia.

“Abbiamo ricostruito il centrodestra siciliano. Siamo ottimisti, gli ultimi sondaggi ci danno in recupero. Anzi in sorpasso, anche in Sicilia”, urla ai militanti. Di più. “In Italia fortunatamente il prossimo Parlamento e il prossimo leader del Governo lo eleggono gli italiani – spiega ai cronisti riferendosi alle parole di Barack Obama e alla sua sponsorizzazione per Mario Monti durante la visita del presidente Napolitano negli Usa -. In passato – aggiunge – ci sono stati dei tentativi di ingerenza, quella di oggi era una visita programmata che crediamo non avrà nessuna influenza perché gli italiani sono un popolo maturo e libero”.

L’incontro elettorale messinese procede seguendo il copione di sempre: Imu, detassazione del lavoro di giovani e disoccupati, Equitalia. Il segretario, sollecitato dal pubblico, sottolinea anche che “il ponte sullo Stretto è sempre nella testa del presidente Berlusconi”, ma glissa per evitare strumentalizzazioni. Al pericolo Grillo, però, Alfano pensa eccome. “Stanno creando una cortina fumogena per nascondere quanto sta succedendo al Monte dei Paschi di Siena – dice a proposito degli arresti eccellenti di questi ultimi giorni – ma il tintinnio delle manette diventa una specie di colonna sonora che va a favore di Grillo”.

Angelino per il suo sbarco in Sicilia non sceglie nessun arrivo spettacolare, nessuna traversata dello Stretto a nuoto come fatto dal comico genovese lo scorso 10 ottobre. Spetterà a Silvio Berlusconi, atteso domani mattina a Palermo, tirar fuori il coniglio dal cilindro in grado di riportare ‘a casa’ i moderati siciliani. La strategia è chiara: devono capire, come il Cav ripete da giorni, che “nelle liste del Movimento 5 stelle ci sono persone di estrema sinistra, estremissima, pronte in Parlamento a dare una mano al Pd”. Va bene la protesta o l’indignazione, è il ragionamento, ma cadere nella trappola dell’antipolitica è “pericoloso” perché si finisce per aiutare Bersani e compagni.

Tornare al 61 a zero sembra impossibile, e anche se il punto di partenza è quello striminzito 12,9% ottenuto dal Pdl alle Regionali, Berlusconi non si scoraggia: “Su Grillo – si è sbilanciato in più di un’occasione – gli italiani all’ultimo minuto ragioneranno. Non sono così dissennati da fare una scelta del genere”.

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