Il presidente di Confindustria apre alle modifiche al decreto, ma conferma l'opposizione degli industriali alla stretta sui contratti a termine

La proposta del governo di introdurre incentivi alle assunzioni a tempo indeterminato "è positiva", perché per rilanciare il lavoro è necessario abbassare le tasse e "le politiche economiche non si fanno a costo zero, né aumentando i costi per le imprese". Il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, apre alle modifiche al Dl dignità, ma conferma l'opposizione degli industriali alla stretta sui contratti a termine: "Il paradosso di questo governo è che parla di abbassare le tasse e intanto aumenta quelle sui contratti a termine e i costi dei licenziamenti per le imprese. Mi sembra che siamo su una linea diversa tra parlare e fare".

Positivo il giudizio preliminare sul bonus per stabilizzare i contratti, anche se gli industriali attendono di approfondire la proposta "in termini di quantum e di risorse economiche". Il messaggio non cambia: per aiutare davvero i giovani bisogna "agevolare i contratti a tempo indeterminato più che penalizzare quelli a tempo determinato", che dal punto di vista degli imprenditori non depotenziano l'occupazione. Anzi, con la riduzione dell'acausalità a 12 mesi "si finirà per aumentare il turnover".

A margine del Forum di Anima Confindustria, che fotografa un settore della meccanica con investimenti ed export in crescita nel 2017 e nelle previsioni per il 2018, Boccia guarda con preoccupazione al panorama internazionale. Da un lato perché le stime del Fmi, che ha rivisto in ribasso la crescita italiana per i prossimi due anni, anticipano il rischio di un rallentamento legato alle tensioni globali provocate dalla politica degli Usa. Dall'altro per l'intenzione, espressa dal governo, di bocciare l'accordo di libero scambio con il Canada. Una posizione su cui Boccia è in netto disaccordo.

Il ministro degli Interni Matteo Salvini, spiega il leader di Confindustria, "oltre che togliere le sanzioni a Mosca dovrebbe anche immaginare che l'idea di non ratificare il Ceta depotenzia quelle stesse esportazioni di cui parla in chiave Russia". L'Italia, avverte, di fronte alle chiusure di alcuni Paesi ha bisogno di ratificare i trattati di libero scambio. In questo senso, è accolto con favore l'accordo Jefta tra Ue e Giappone: "Ogni accordo bilaterale è da vedere con positività perché ci aiuta a ridurre gli effetti negativi del protezionismo". 

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