Salvini, evidentemente, non si fida e vuole l'approvazione del provvedimento che scade il 3 dicembre. Il voto martedì alle 17

Un'altra fiducia per il decreto legge sicurezza. Sul provvedimento bandiera della Lega, che porta la firma del suo leader Matteo Salvini, è stata posta dal governo la seconda questione di fiducia, dopo quella in Senato dello scorso 7 novembre.

L'annuncio del titolare dei Rapporti col Parlamento, Riccardo Fraccaro, è stato salutato nell'Aula di Montecitorio da un lungo applauso proveniente dai banchi di Lega e M5S, mentre dagli scranni del Pd si è alzato il controcanto 'vergogna, vergogna!'. Una fiducia annunciata ampiamente (la conversione in legge del decreto scade il 3 dicembre) e praticamente con esito scontato, visto che l'esecutivo alla Camera vanta una maggioranza di ferro. Rispetto a Palazzo Madama però il dl Salvini vedrà un diverso schieramento da parte di Fratelli d'Italia che voterà 'no', mentre in Senato, dove il voto di fiducia comprende anche quello sul provvedimento, si erano astenuti.

A Montecitorio saranno due voti separati, uno martedì e l'altro, sull'intero provvedimento, mercoledì. E anche qui il via libera del partito di Giorgia Meloni, non è affatto scontato. Il dl sicurezza dal via libera del Consiglio dei Ministri è diventato praticamente il banco su cui Salvini ha giocato tutte le trattative con l'alleato di governo, non trasformandolo mai però in merce di scambio. Anche a dibattito aperto sul ddl anticorruzione (testo caro ai 5Stelle) il titolare dell'Interno lo ha sempre confermato come priorità, tanto da blindarlo dalla prima lettura in Parlamento. Quaranta articoli, asciugati dopo il vaglio del Colle, nel quali si interviene sul diritto d'asilo, sulla lotta al terrorismo e sulla battaglia contro la criminalità organizzata, con un capitolo dedicato alle risorse aggiuntive per le forze dell'ordine.

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