Torino, 16 gen. (LaPresse) – Il premier Mario Monti ha chiesto alla Germania e ad altri Paesi creditori di fare di più per aiutare l’Italia ad abbassare i costi di finanziamento. In un’intervista rilasciata al Financial Times, il premier ha inoltre avvertito che se ciò non avverrà potrebbe esserci “una forte reazione negativa” fra gli elettori della periferia dell’eurozona. Secondo il primo ministro, il governo italiano ha tagliato le spese “per il bene delle future generazioni di italiani” e non al comando di Berlino. In cambio di questa disciplina fiscale, però, “doveva esserci un visibile miglioramento da qualche altra parte”, ha detto Monti, aggiungendo che “in un Paese come l’Italia ora il ‘da qualche altra parte’ possono solo essere i tassi di interesse”.

Roma, sostiene Monti nell’intervista, intende spingere il governo tedesco a capire che “è nel suo proprio illuminato interesse personale” contribuire con una maggiore parte del suo peso fiscale ad abbassare i costi di finanziamento dell’Italia e di altri governi altamente indebitati. “La moneta unica ha portato enormi benefici e forse alla Germania più che agli altri”, ha aggiunto il primo ministro. Secondo il Financial Times, questa presa di posizione potrebbe mettere Monti in rotta di collisione con Berlino, visto che la Merkel è sempre stata riluttante a intraprendere azioni più aggressive per abbassare i costi di finanziamento dell’area euro, per esempio con gli eurobond o aumentando le dimensioni dei fondi di salvataggio dell’eurozona. Per il premier, poi, “una Bce indipendente si sentirà più rilassata una volta che il fiscal compact avrà 27 o 26 firme e nella sua autonomia potrà decidere se rallentare o meno la sua politica monetaria”.

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