Il candidato prepara il terreno per il futuro in caso di vittoria: siamo nelle fasi più calde della corsa alla segreteria

Maurizio Martina riunisce il suo 'consiglio di guerra' per le primarie. In una sala conferenze del Nazareno strapiena, il candidato alla segreteria nazionale fa il punto con i parlamentari e i coordinatori regionali che sostengono la sua mozione, per capire la direzione da intraprendere per il futuro senza però gettare alle ortiche il lavoro fatto in questi anni. Nel segno di un nuovo ciclo per i democratici. Alla riunione c'erano tutti i big che hanno deciso di schierarsi dalla parte dell'ex ministro: da Matteo Richetti, che ha rinunciato a correre al Congresso per accettare il ticket con Martina, al capogruppo alla Camera, Graziano Delrio, a Matteo Mauri, Andrea De Maria e Antonello Giacomelli, che nei governi targati Pd ha avuto il ruolo di sottosegretario alle Telecomunicazioni.

Quello che emerso durante il summit è l'orgoglio per il lavoro svolto in questi anni per e con il partito, ma allo stesso tempo c'è "inquietudine", come riferiscono fonti qualificate che hanno preso parte ai lavori, "per quello che non abbiamo saputo fare". In sostanza, "nessuna arroganza, ma tanta consapevolezza" dell'impegno che aspetta il team dem in caso di vittoria alle primarie di marzo.

Inoltre, sono stati fissati quei paletti che sono alla base della mozione. Innanzitutto la conferma che "non si faranno accordi con il Movimento 5 Stelle". Un 'muro di granito' eretto in difesa dell'identità del Pd, alternativo ai competitor. L'input è "zero ambiguità", riferiscono sempre le fonti, spiegando che nell'area degli avversari interni non c'è la stessa convinzione nel dire no ai pentastellati. La convinzione che emerge dopo il summit, è che l'area vicina a Martina sia "l'unica a poter tenere davvero unito" il Partito democratico, con "un segretario che non sommi il suo ruolo ad altri incarichi", come accade invece allo sfidante numero uno, , ad esempio, che ha già la responsabilità di presiedere una Regione importante come il Lazio.

Nel corso della riunione, il candidato alla segreteria dem ha spiegato ai suoi che "il nostro compito è quello di salvare il Pd e rilanciarne il ruolo di alternativa a Lega e Cinque Stelle, senza tentennamenti". Martina conferma che "ci sono differenze importanti nelle mozioni: noi siamo orgogliosi del lavoro fatto al governo in questi anni e inquieti per quello che non siamo riusciti a fare. Noi diciamo no senza ambiguità ai Cinque Stelle come alla Lega". Perché "anche questi mesi hanno segnato un solco profondo tra queste sue forze di destra e noi". L'ex ministro è chiarissimo nel tracciare la rotta al suo equipaggio: "Il nostro riformismo radicale può fare la differenza nella sfida alla destra, serve questo lavoro di squadra per cambiare il Pd e il Paese". Il Congresso, insomma, si avvicina a lunghe falcate verso la fase più calda.

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