Roma, 2 ago. (LaPresse) – La Corte di Cassazione, dopo sette ore di Camera di Consiglio ha confermato ieri sera la condanna a 4 anni per frode per Silvio Berlusconi e ha rinviato a un’altra corte d’appello di Milano la decisione per il riconteggio dell’interdizione dai pubblici uffici nei confronti dell’ex premier. L’interdizione a questo punto dovrà essere ricalcolata.

“La sentenza conferma come una parte della magistratura sia divenuta un soggetto irresponsabile, una variabile incontrollabile e incontrollata”. Così Silvio Berlusconi, in un videomessaggio, in serata ha commentato amareggiato la sentenza della Cassazione. “La magistratura è assurta – ha aggiunto – a vero e proprio potere dello Stato che ha condizionato permanente la vita politica italiana dalle inchieste di Tangentopoli fino a oggi”.

Sull’interdizione dai pubblici uffici del Cavaliere quindi la sezione feriale presieduta da Antonio Esposito ha quasi completamente accolto le richieste del procuratore Antonio Mura, il quale però aveva chiesto direttamente ai giudici della Suprema Corte di rivedere al ribasso gli anni dell’interdizione.

Intanto per oggi pomeriggio, secondo quanto si apprende da fonti parlamentari, Silvio Berlusconi riunirà alle 17 i gruppi parlamentari del Pdl per fare il punto sulla situazione politica dopo la sentenza.

COME SARA’ APPLICATA LA PENA. La sezione feriale della Corte di cassazione ha quindi deciso di accogliere in parte la richiesta del pg sulla rideterminazione dell’interdizione per Berlusconi nel processo Mediaset, affidando però il compito a un nuovo collegio di appello a Milano. In questo modo il leader del Pdl potrà continuare a svolgere il suo ruolo da parlamentare fino alla nuova decisione. Per quanto riguarda la pena di 4 anni (3 anni coperti dall’indulto, un anno con le opzioni degli arresti domiciliari o dei servizi sociali), questa troverà applicazione nel momento in cui l’aula del Senato voterà a favore del parere positivo espresso dalla Giunta per le autorizzazioni. Da quel momento il Cavaliere avrà a disposizione 30 giorni per scegliere una delle due opzioni relative all’anno di pena che dovrà scontare: in caso di una mancata scelta scatterebbe automaticamente l’opzione dei domiciliari.

GLI ALTRI IMPUTATI. La sezione feriale della Corte di Cassazione ha confermato la condanna per gli ex dirigenti di Mediaset Daniele Lorenzano e Gabriella Galetto e per il produttore cinematografico Frank Agrama, nell’ambito del processo Mediaset, rigettando il ricorso presentato dai 3 imputati e condannadoli al pagamento delle spese processuali. Lorenzano era stato condannato in secondo grado a 3 anni e 8 mesi, Galetto a un anno e 2 mesi e Agrama a 3 anni.

STATO MAGGIORE PDL A PALAZZO GRAZIOLI. Pochi minuti dopo l’emissione della sentenza della corte di cassazione sul processo Mediaset sono arrivati a palazzo Grazioli i capigruppo di Camera e Senato Renato Schifani e Renato Brunetta, Denis Verdini e Altero Matteoli. Silvio Berlusconi quindi ha riunito nella sua residenza romana lo stato maggiore del Pdl, per fare il punto dopo la sentenza che conferma la condanna.

LEGALI CAV: SIAMO SGOMENTI. “La sentenza della Corte di Cassazione nel Processo Diritti non può che lasciare sgomenti”. Lo affermano i legali di Silvio Berlusconi, Franco Coppi, Niccolò Ghedini e Piero Longo, che annunciano che “valuteremo e perseguiremo ogni iniziativa utile anche nelle sedi Europee per far sì che questa ingiusta sentenza sia radicalmente riformata”. “Vi erano solidissime ragioni ed argomenti giuridici – dicono gli avvocati – per pervenire ad una piena assoluzione del Presidente Berlusconi”.

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