Venezia, 13 dic. (LaPresse) – L’eventuale abolizione di tutte le Province italiane, tranne Trento e Bolzano, garantirebbe un risparmio di spesa annuo attorno ai 510 milioni di euro. E’ quanto risulta alla Cgia di Mestre, che ha condotto l’analisi considerando il costo complessivo annuo che supera di poco i 13 miliardi di euro: la chiusura di tutte le realtà provinciali assicurerebbe un risparmio annuo del 3,9% del totale della spesa, pari, in termini assoluti, a poco meno di 510 milioni di euro. “E’ un dato – spiega Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia di Mestre – che non deve stupire: l’abolizione delle Province farebbe risparmiare, nel breve periodo, solo le voci di spesa riguardanti i costi della politica e quelle legate al funzionamento della macchina amministrativa”. Secondo Bortolussi, però, “per contro le competenze oggi in capo alle Province e, soprattutto, i relativi costi di gestione e del personale, andrebbero, probabilmente, spalmate su Regioni e Comuni che si accollerebbero le funzioni delle amministrazioni cancellate”.

La Cgia spiega che dall’abolizione delle Province delle Regioni a statuto ordinario deriverebbe un risparmio di 421 milioni di euro; oltre 88, invece, sarebbero i milioni di euro risparmiati se si guardassero i costi delle realtà provinciali che si trovano nelle Regioni a statuto speciale: da queste ultime vanno escluse la Valle D’Aosta, Regione senza Province e le due del Trentino Alto Adige. Infine, andando ad analizzare i dati Rgione per Regione, si va da un minimo di 2,11% di risparmio sul totale di spesa per il Friuli Venezia Giulia (in termini assoluti pari a 10,6 milioni di euro), a un massimo di 8,97% per la Sardegna, con un risparmio di quasi 35 milioni di euro.

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