La lotta con la magistratura fa riavvicinare i due vecchi alleati
Se la sinistra si ricompatta attorno al contrasto al razzismo e al sovranismo, il centrodestra riscopre il primo amore intorno alla lotta con la magistratura. E' l'assist di Silvio Berlusconi a Matteo Salvini a riavvicinare i due vecchi alleati, o meglio, a far compiere un balzo agli azzurri verso le camicie verdi, colmando le distanze che li separavano soprattutto da quando FI si è messa di traverso per la nomina di Marcello Foa a presidente della Rai (carica ancora vacante). L'ex Cavaliere ha trovato finalmente una falla nel congegno perfetto pentaleghista e ora che Salvini è caduto nelle grinfie dei pm, Berlusconi si affaccia sulla fossa e prontamente gli tende una mano. A unire Forza Italia e Lega è – anzi, sarà – la necessità di una riforma della giustizia, annunciata dal vicepremier del Carroccio, convinto che l'inchiesta contro di lui per la gestione dell' 'affaire' Diciotti sia un boomerang che si ritorcerà contro gli stessi togati. Ma quello che unisce l'ex centrodestra è esattamente ciò che divide la Lega dai Cinquestelle. E non è affatto detto che a Salvini stia bene rompere il sodalizio con Di Maio e Conte, ora che è riuscito a ottenere il loro allineamento anche sulla questione migranti.
E' la capogruppo dei deputati azzurri a uscire allo scoperto. "Noi crediamo che quella formula con cui governiamo con la Lega regioni e comuni sia garanzia di buona politica e di buon governo" perciò "chiediamo a Salvini di uscire da un`alleanza innaturale e tornare nel centrodestra che vinciamo insieme: il Paese non può più aspettare". Siamo ben oltre il segnale di disgelo dato con la nota di Berlusconi. "Esprimo la mia vicinanza a Matteo Salvini – scriveva il leader di Forza Italia -, la cui assurda e inconsistente vicenda giudiziaria non potrà che avere un esito a lui favorevole. Ancora una volta l'autorità giudiziaria è intervenuta su una vicenda esclusivamente politica su cui non dovrebbe minimamente interferire". Una solidarietà quasi d'ufficio, mentre ora c'è proprio una mano tesa. A cui si affianca quella di Giorgia Meloni che, forse in un impeto di nostalgia, ammette di aver "voglia di aiutare il governo" attaccato "da così tanti nemici". Anche per la leader della destra è "sovversivo" mettere sotto indagine chi sta provando a non far entrare illegalmente in Italia i migranti. Ma il governo che la presidente di Fdi vorrebbe appoggiare è quello a trazione leghista, non certo Cinquestelle.
All'orizzonte, Berlusconi vede la possibilità di un ritorno anticipato alle urne, per questo si dà da fare a scalfire, pezzetto dopo pezzetto, con lo scalpello il sodalizio pentaleghista che tanto per lui non potrebbe comunque durare a lungo. E di occasioni ne ha quante ne vuole. A cominciare dallo scontro su Autostrade fra Di Maio e Toti, in cui un troppo nervoso vicepremier è andato all'attacco dell'uomo più vicino a Salvini tra le fila Forza Italia. E si potrebbe continuare poi con Tav, Tap, Ilvaà Cantieri aperti (questi), dove la battaglia politica e la partita interna al centrodestra è appena cominciata.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata