Bari, 19 set. (LaPresse) – “Quel maledetto incontro mi ha rovinato la vita. Quella intercettazione fu la causa della mia destituzione dall’incarico. Adesso ritorna, ma è una storia che lo stesso tribunale ha già archiviato”. Lea Cosentino, già soprannominata ‘Lady Asl’ per il suo ruolo di direttore generale dell’azienda sanitaria locale di Bari fino all’estate del 2009, commenta così a La Presse le intercettazioni che la vedono protagonista nel nuovo filone d’inchiesta della Procura di Bari, nato da quello relativo alle escort. Di Lea Cosentino, 43 anni, viene fatto il nome in riferimento a un incontro del 21 gennaio 2009 all’hotel De Russie di Roma, tra lei, Giampaolo Tarantini e gli imprenditori pugliesi Enrico Intini e Cosimo Catalano.

Tema dell’incontro – secondo quanto emerge dalle intercettazioni – era quello relativo a un appalto pubblico da 55 milioni da affidare ad amici e conoscenti di Tarantini. Quella conversazione era stata intercettata e poi trascritta dalle fiamme gialle. “Ero presente a quell’incontro – spiega Lea Cosentino – perché volevo capire com’era la faccenda. Ma non ero presente quando sono state discusse cose grosse”. “Quell’appalto – aggiunge non ci fu mai. Per questo il procedimento fu archiviato”. Il nuovo filone d’inchiesta cerca di fare chiarezza sul tentativo di Tarantini di mettere le mani su importanti appalti pubblici, utilizzando anche le escort per cercare di farsi strada tra gli enti pubblici e le società appaltatrici.

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