Roma, 18 dic. (LaPresse) – Mentre Berlusconi registrava la puntata di ‘Porta a porta’ di questa sera e parlava di una “inutile fretta” di andare ad elezioni, il comitato elettorale del Pdl affidava a una nota “l’opportunità di assoluto buon senso” di rimandare la data delle consultazioni politiche al “24 febbraio o al 3 marzo”, per consentire “di realizzare l’intero procedimento elettorale senza alcun rischio”. Un freno, quello che arriva dal Popolo della libertà, già anticipato nello scontro tra lo stesso Pdl e il Pd sull’iter del disegno di legge di stabilità in Parlamento, dal quale dipenderà la durata del governo Monti. Il premier, lo scorso 8 dicembre, aveva infatti annunciato che avrebbe rimesso il proprio mandato dopo l’approvazione dell’ex Finanziaria. Una decisione, quella di Monti, presa dopo le parole del segretario politico del Pdl, Angelino Alfano, definite dal professore come la chiara dimostrazione di sfiducia nei confronti dell’operato del governo tecnico.

Oggi, però, il Cavaliere commenta l’annuncio di dimissioni di Monti come una scelta del tutto personale. “Poteva anche non farlo, noi non lo abbiamo mai sfiduciato”, dice Berlusconi, attribuendo alla decisione del professore anche la responsabilità del ritardo sulla riforma della legge elettorale. “È per le dimissioni di Monti che c’è un ravvicinamento ad oggi delle elezioni di qualche settimana – ha commentato l’ex premier – non è niente di tragico, ma si poteva mantenere l’assetto attuale e arrivare a fine legislatura”.

Fonti parlamentari nel pomeriggio riferivano che un allungamento della legislatura avrebbe potuto rafforzare la risalita di consensi per Berlusconi, che nel salotto di Vespa ha di fatto confermato di puntare a conquistare il 40% di voti. Fatto questo, però, strettamente legato alla “quantità di ore televisive” che il Cavaliere, come ha dichiarato a ‘Porta a porta’, potrà avere per presentare il suo programma. Per il presidente dei deputati del Pd, Dario Franceschini, da parte del Pdl c’è “un atteggiamento dilatorio” volto “ad allungare la durata della legislatura anche di qualche giorno, andando così contro il percorso stabilito dal capo dello Stato dopo le dimissioni del presidente Monti”. “Evidentemente – sottolinea Franceschini – pensano di averne bisogno”. Il capogruppo del Pd alla Camera accusa il presidente di palazzo Madama, Renato Schifani, e il Senato di aver rallentato il percorso del provvedimento, rivendicando l’impegno del partito del Nazareno di rispettare la strada indicata dal capo dello Stato, Giorgio Napolitano. Il capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri, che in una nota bolla come “assurde” le accuse di Franceschini, sottolineando che al Senato “non c’è stato alcun rallentamento, ma la giusta attenzione per un provvedimento complesso e importante quale la legge di stabilità”.

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