Dopo l'ok alla Camera, l'esecutivo blinda il provvedimento che il M5s vuole approvare entro questo mese dopo l'incidente sull'emendamento presentato dall'ex pentastellato Vietillo

Il governo ha posto la questione di fiducia sul ddl Anticorruzione in esame nell'aula del Senato, tra le proteste dell'opposizione. Il provvedimento aveva già ricevuto l'ok di Montecitorio con 288 si è 143 voti contrari, tra l'esultanza dei pentastellati, con in prima fila il guardisigilli Alfonso Bonafede, e la freddezza della Lega.

Il maxiemendamento presentato dal governo al ddl anticorruzione "recepisce integralmente il testo" licenziato dalla "commissione Giustizia, pertanto l'emendamento è ammissibile". Così la presidente del Senato, Elisabetta Casellati, annunciando il aula l'esito della riunione della Giunta per il regolamento. Il ministro per i Rapporti col parlamento, Riccardo Fraccaro, ha quindi ufficializzato la questione di fiducia sul ddl. Il voto si terrà a partire dalle 10.45 di giovedì. Le dichiarazioni di voto partiranno invece alle 9.30. 

L'anticipo dei tempi di approvazione, da gennaio 2019 a dicembre 2018, è stato il prezzo che la Lega ha dovuto pagare per il piccolo incidente di percorso sulla norma prevista dall'emendamento a firma del deputo Vietillo (ex M5S, cacciato dal Movimento perché massone), che ammorbidisce il reato di peculato per gli amministratori locali.

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