L'Associazione nazionale magistrati interviene dopo le polemiche sull'intervista del consigliere del Csm al 'Foglio'

"La giunta esecutiva centrale dell'Associazione nazionale magistrati, in relazione all'intervista sulla stampa attribuita al consigliere togato del Csm Piergiorgio Morosini, ribadito il diritto del singolo magistrato di esprimere le proprie opinioni, ritiene che si tratti di dichiarazioni che, se confermate, risultano per alcuni aspetti inopportune e ingiustificate e per altri riguardanti temi e argomenti non di pertinenza di un rappresentante dei magistrati presso l'organo di governo autonomo e che incidono sul prestigio della magistratura e sul leale rapporto tra i poteri e gli organi dello Stato". Con queste parole, diffuse in una nota, l'Anm interviene nella polemica suscitata dall'intervista del consigliere del Csm Piergiorgio Morosini al 'Foglio', in parte smentita, dove Morosini attacca Renzi e il governo. "A questo punto sarebbe davvero opportuno che ognuno rimanesse nel proprio perimetro istituzionale. Noi stiamo facendo la nostra parte cercando di arginare e stigmatizzare iniziative personali che creano danni gravissimi. Mi auguro davvero che tutti comprendano la necessità di rispettare la propria funzione e quella degli altri", è invece la posizione del vicepresidente del Csm Giovanni Legnini in un colloquio con il Corriere della Sera, spiegando che verrà avviato "subito il confronto con quelli che devono essere i miei interlocutori: il capo dello Stato, il plenum e il ministro della Giustizia". "Quel che è successo – sottolinea Legnini – è molto grave, anche tenendo conto che nel comunicato di smentita Morosini non dice mai di non riconoscersi in quello che gli viene attribuito". Poi conclude: "Io sono una persona che guarda sempre a ciò che accade in maniera positiva, voglio credere che anche in questa occasione si riuscirà a rientrare nei ranghi, che i consiglieri tengano ben presente il proprio ruolo".
 

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