. "La situazione in Italia é pesante e difficile" ha sottolineato il ministro

"Sia chiaro: l'Italia non e' disponibile a diventare l'hotspot di Europa, non diventera' l'Ellis Island di Europa". Lo ha affermato il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, intervenendo al Consiglio Giustizia e Affari Interni a Lussemburgo. "La situazione in Italia e' pesante e difficile – ha premesso il ministro – Sono sbarcate 12 mila persone nell'ultima settimana. Se non vogliamo fare un seminario di studi o un convegno, dobbiamo essere concreti. All'Italia e' stata chiesta responsabilita' e le e' stata promessa solidarieta'. Abbiamo fatto tutto quello che ci era stato chiesto in termini di responsabilita', ma nulla ci e' arrivato in termini di solidarieta'. 

Questo e' molto grave e io sono qui a denunciarlo. E' tanto piu' grave perche' questa solidarieta' era stata scritta e promessa su documenti scritti, accordi ben precisi che sono stati disattesi". "L'Europa – ha ricordato Alfano – si fonda su questi due pilastri, responsabilita' e solidarieta' -: se uno dei due pilastri viene meno, crolla l'Europa. Abbiamo fatto tutto quello che ci era stato chiesto: fotosegnalamenti e procedure di identificazione ormai al cento per cento; hotspot; rafforzamento dei controlli lungo le frontiere nord d'Italia (con la Francia, l'Austria, lungo la frontiera Como Chiasso che confina con la Svizzera); forte accelerazione per l'esame delle richieste di asilo con un incremento straordinario. Dall'inizio del 2016 a oggi abbiamo esaminato circa 70 mila richieste su 87 mila e per il 55% sono state respinte.

"Quando si parla di migliorare la capacita' di trattenimento degli irregolari in attesa dei rimpatri – ha proseguito Alfano – bisogna prendere atto che proprio i rimpatri non funzionano. A questo proposito pongo all'attenzione di tutti una riflessione, appellandomi al buon senso e alla ragionevolezza: e' facile o estremamente difficile, trattenere in centri 40 mila, 50 mila, 60 mila persone? Se qualcuno dovesse rispondermi che e' molto facile, mi auguro che abbia degli esempi pratici per dimostrarmelo. Inoltre, mentre per la rotta che nasce dalla Siria, la rotta balcanica, sono stati presi dei provvedimenti che hanno consentito di allentare la tensione, sulla rotta del Mediterraneo centrale nulla va bene perche' la Libia non contiene ancora le partenze e nessun accordo con Paesi che potrebbero dare una mano, come il Niger, e' stato concluso". 

 "Per quanto ci riguarda – ha concluso il ministro dell'Interno – la nostra linea sui salvataggi in mare non cambiera' perche' siamo un grande Paese, un Paese coraggioso, che non lascia morire nessuno. Ma siamo qui a denunciare che i patti stabiliti in queste autorevoli sedi non sono stati rispettati".

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