Conte resta cauto sul quesito referendario sulla cittadinanza: "Come M5S lasciamo libertà di coscienza"

La Cgil riunisce il mondo sindacale, le associazioni e i partiti di centrosinistra che appoggiano i quesiti dei referendum abrogativi 2025 per una ‘maratona oratoria’, andata avanti fino a sera nei giardini di Piazza Vittoria a Roma. A 20 giorni dal voto il segretario Maurizio Landini vede il quorum come un “obiettivo assolutamente raggiungibile”, e che “dirà che il Paese ha voglia di cambiare, a partire dal governo”. Per questo chiama alla “rivolta democratica”: “basta mettere una croce, ma è la cosa più rivoluzionaria che possiamo fare”.

“Il quorum si raggiunge Comune per Comune, seggio per seggio, questo è il lavoro che dobbiamo fare”, arringa dal palco il leader Cgil. I quesiti tecnici? Parlano di lavoro e diritti, è l’argomento della Cgil, è necessario spiegare e farsi capire. Sul servizio pubblico, “lo dice l’Agcom, non è che lo dico io, siamo ai prefissi telefonici, meno dell’1% del tempo che si poteva dedicare ai referendum”. E vede “una scelta molto precisa”, con “il tentativo di non parlarne e di oscurare quello che sta succedendo”. Tutto questo credo che sia assolutamente inaccettabile, tanto più quando parliamo di forze politiche o di ruoli anche istituzionali”.

Il sit-in alla Rai e il no a ‘Telemeloni’

La giornata inizia con un sit-in davanti alla Rai promosso dal Pd. Con la segretaria Elly Schlein che insiste: “La Rai non deve dire come votare, ma informare i cittadini”. E gli esponenti dem mostrano lo striscione che recita: “no Telemeloni”. La mobilitazione del centrosinistra si sposta poi in piazza Vittorio, con i leader che prima di salire sul palco si confrontano a lungo con il segretario Landini. Ci sono Schlein, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli di Avs, Riccardo Magi di +Europa e anche il sindaco di Roma Roberto Gualtieri. Insieme a una larga fetta della sinistra cittadina.

Conte e Schlein: i partiti alla prova del referendum

Al suo arrivo, il presidente del M5s viene accolto dalla segretaria dem. Che gli dice: “è una bella piazza”. Poi posano insieme per la photo opportunity, con Landini al centro. Quindi Schlein suona la carica. “Il raggiungimento del quorum possibile, l’Italia ci può stupire”, afferma la leader che considera molto gravi “appelli della maggioranza a non partecipare a questo voto”.

Stessa posizione ribadita anche da Conte. Poi la segretaria dem attacca: “Quando uno che tiene il busto di Mussolini in casa ti invita a non andare a votare è proprio il momento di andare a votare, a far vivere la nostra Costituzione antifascista”. Il riferimento a La Russa torna in quasi tutti gli interventi dei leader, che insistono su un punto: gli appelli al non voto rischiano di avvicinare l’obiettivo del quorum. “Più La Russa invita all’astensione e più la gente andrà a votare”, riassume Bonelli. Fratoianni parla di un “governo codardo, che non l’invito all’astensione non prende posizione”.

 

Mentre Magi sottolinea i “dati impressionanti sulla propensione al voto”, e insiste: “il governo ha paura”. Non manca, per i leader di centrosinistra, lo spazio per accennare alla costruzione dell’alternativa al governo Meloni. Schlein, con uno sguardo anche alle divisioni interne al Pd, dice del palco: “è un voto che permette di riparare agli sbagli fatti dalla nostra parte politica, vi porto il pieno supporto del Partito democratico per i 5 sì al Referendum”. La segretaria dem, poi si rivolge agli altri leader con un messaggio unitario: “sono felice di essere qui con altre forze di opposizione, uniti in questa battaglia”.

Al margine del suo intervento, commentando con i cronisti, Conte lancia un’idea: “la tutela dei lavoratori come asse centrale di un’alternativa di governo”. Il presidente M5s spinge l’acceleratore sui 4 sì ai quesiti sul lavoro, sulla cittadinanza, invece, si mostra più cauto. Anche se annuncia: “Come M5s abbiamo lasciato libertà di scelta su questo punto, a titolo personale io voterò sì”. E così strappa un applauso alla piazza. Dove, al suo arrivo sul palco, un piccolo gruppo di cittadini aveva intonato il coro “Cinque sì, cinque sì, cinque sì”.

Nel suo intervento, Conte non manca di spiegare le sue ragioni. “Siamo convinti – dice – che lo Ius Scholae sia la soluzione. Il dimezzamento da 10 a 5 anni ci lascia un po’ perplessi, rischiamo con una battaglia giusta di affossare questo tema. Per dieci anni, se si perderà questo Referendum, non si potrà più toccare questo tema”.

Al termine dell’intervento, nel retropalco, il confronto tra il leader pentastellato e Antonella Soldo, coordinatrice della campagna per il Referendum sulla Cittadinanza, che invita Conte a fare campagna attiva per il sì. Il presidente ribadisce quanto espresso sul palco, evidenziando che, qualora non si raggiungesse il quorum, il quesito rischia di affossare il tema. Nel faccia a faccia, Conte ribatte a Soldo: “Avete marcato il territorio, non avete consultato nessuno, vi siete buttati e ora mi venite a fare lezioni”.

 

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata