L'ex ministro annuncia il divorzio dal Carroccio: "Il Nord è senza voce"
“Ormai la ‘Lega Salvini Premier’ è diventata un partito centralista mentre io sono rimasto autonomista e federalista. Vedo che oggi il nord è completamente senza voce a Roma, per cui non ha più senso restare in un partito che porta avanti dei programmi che sono completamente diversi da quelli per cui io ero entrato in politica”. Così Roberto Castelli, presidente di Autonomia e Libertà ed ex ministro della Giustizia, risponde a La Presse a margine di una conferenza stampa a Milano durante la quale ha annunciato la sua uscita dalla Lega di Matteo Salvini. “ Siamo aperti a tutte le opzioni, non è esclusa una candidatura alle elezioni europee, l’importante è che la voce del nord continui a vivere. Oggi è nato un forte centralismo anche a Bruxelles, forse ancora più soffocante di quello di Roma, ed è quindi necessario che le forze autonomiste possano avere un grossi risultato alle elezioni europee”, ha proseguito Castelli: “Non abbiamo comunque nessun disegno di primazia e non vogliamo essere noi io collante di tutti i movimenti autonomisti che in Europa viaggiano da soli, diciamo che c’è una necessità inderogabile di allearci perché ogniuno per se non si va da nessuna parte. Messi insieme, forse, riusciamo a fare una massa d’urto sia per far sentire la nostra voce, sia perché in Europa c’è uno sbarramento al 4%, che non è poco”. Parlando poi della legge sull’autonomia del Ministro leghista Roberto Calderoli l’ex ministro riflette: “È una legge estremamente complicata, che introduce dei passaggi che se mal applicati rischiano di diventare un’ulteriore valanga di miliardi per il sud”.
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