La seconda giornata romana del fondatore dei Cinquestelle è pienissima di incontri

Sono tanti i parlamentari del Movimento 5 Stelle che gli chiedono di uscire dal governo Draghi. Beppe Grillo resiste, a chi gli domanda se il M5S resta nell’esecutivo risponde: “Certo”. Ma di fronte al pressing degli eletti, che gli chiedono di considerare almeno l’ipotesi di un appoggio esterno al governo, diventa possibilista e assicura che la valuterà insieme al leader pentastellato Giuseppe Conte.

La seconda giornata romana del fondatore dei Cinquestelle è pienissima di incontri. Riparte dalla Camera, dove arriva presto al mattino per un secondo giro di incontri con i deputati. I temi principali sono sempre gli stessi: deroghe al limite dei due mandati e sostegno al governo. Su entrambi Grillo mantiene la linea. Da un lato dice che il vincolo per gli eletti del M5S resta, perché è “un elemento identitario imprescindibile”, con la “forte indicazione” che “non ci saranno deroghe”. Dall’altro deve prendere atto della voglia di molti di lasciare l’esecutivo. Allora cerca di ammorbidire la sua posizione, spiega che il governo va avanti, con l’appoggio del M5S, finché le sue battaglie vengono prese in considerazione, dal superbonus al reddito di cittadinanza al salario minimo. Poi assicura che valuterà l’appoggio esterno. Interpellato sul punto, in serata, Conte spiega: “Noi siamo al governo con spirito costruttivo, non di fedeltà. Non siamo fedeli. Il nostro obiettivo è mantenere l’impegno con i cittadini che ora sono in estrema difficoltà. Noi ci siamo a queste condizioni”.

I due leader si mostrano uniti. Si incontrano anche a un evento in centro sulla “Politica nel metaverso”, si abbracciano e si appartano per parlare. “State calmi con Conte, perché andiamo d’accordo perfettamente”, ci tiene a precisare Grillo. Quasi a confermare di non aver gradito le ricostruzioni sui presunti dissidi tra lui e l’ex premier. Anzi, come apprende LaPresse da fonti parlamentari qualificate, Grillo ne sarebbe “sorpreso e dispiaciuto”, perché “da dentro c’è qualcuno che per il secondo mandato getta fango su Beppe e cerca di indebolire Conte”, mentre “i due sono coesi e in sintonia su ogni cosa”. Lui stesso ai giornalisti dice: “Siete esaltati, coprite con ‘non cose’ le cose vere” e, aggiunge “siete dei creativi meravigliosi”. Non mancano i siparietti che sono un marchio di fabbrica del comico genovese. Dal finestrino del taxi mostra ai cronisti una banconota falsa da 1.000 euro, entra al Senato con una banana in mano, fin quando annuncia, scherzando: “Ragazzi, è successo un casino con Conte. È andato con Di Maio”.

Con il presidente dei Cinquestelle, Grillo tornerà a incontrarsi in serata. I nodi non sembrano del tutto sciolti. Anche ai senatori, incontrati nel pomeriggio, il garante avrebbe assicurato di non volere “nessuna deroga” al limite dei due mandati. Una regola che, secondo Grillo, non ammette eccezioni e che rischia di mietere subito una ‘vittima’ eccellente: sarebbe Giancarlo Cancelleri, oggi sottosegretario al Mims ma già due volte consigliere regionale siciliano. Se permanesse il vincolo, Cancelleri non potrebbe candidarsi, entro il 30 giugno, alle primarie del centrosinistra per la scelta del candidato governatore della Sicilia.

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