Il testo della riforma domenica in aula a Montecitorio, l'ok definitivo entro martedì

Marta Cartabia, dopo la crisi quasi sfiorata e il Consiglio dei ministri andato avanti giovedì – tra stop&go – per quasi nove ore, non teme sorprese in Parlamento. Le forze politiche di maggioranza, assicura, hanno “preso un impegno anche in termini di comportamenti” in Aula e “ci auguriamo, come è auspicabile, che l’esame si concluda in pochi giorni“. Per la Guardasigilli il disegno di legge delega che riforma il processo penale “ha l’obiettivo” di “rimediare a un problema della giustizia italiana”, accertando fatti e responsabilità “in tempi certi e veloci nell’interesse delle vittime, dell’imputato e di tutti i cittadini”.

Il testo arriva in aula alla Camera domenica

Dopo giorni di tensione, il testo dell’accordo approda in commissione Giustizia alla Camera. Dopo qualche intervento ostruzionistico da parte di FdI e Alternativa c’è, arriva il primo via libera al subemendamento dei relatori che mette nero su bianco l’intesa raggiunta sulla prescrizione e le nuove norme sull’improcedibilità, che introducono un regime speciale per i reati di mafia, terrorismo, droga e violenza sessuale. Ok anche all’introduzione per gli indagati o imputati che risultano assolti del cosiddetto ‘diritto all’oblio’ sui motori di ricerca sulla Rete, attraverso la deindicizzazione delle notizie relative ai procedimenti penali a loro carico e all’arresto obbligatorio in flagranza per mariti o ex mariti violenti che violano i provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa. Il testo approvato dalla commissione approderà nell’aula della Camera, così come stabilito dalla conferenza dei capigruppo, domenica alle 14. Il Governo dovrebbe quindi porre la questione di fiducia per arrivare all’ok finale entro martedì 3 agosto.

Gli strascichi nei partiti dopo l’estenuante trattativa

Se Cartabia non teme sorprese, però, è innegabile che la lunga trattativa porta con sé non pochi strascichi all’interno dei partiti, soprattutto nel M5S. I pentastellati provano a serrare le fila. “Nessuna lite, nessuna insofferenza – viene assicurato – a parte pochi deputati c’è massima compattezza e soddisfazione per l’accordo raggiunto”. A testimoniarlo ci sarebbe anche una cena tra Giuseppe Conte e Luigi Di Maio, andata in scena ieri sera dopo il Consiglio dei ministri. Eppure le tensioni interne non mancano. In mattinata lo staff del ministro degli Esteri si affretta a smentire i retroscena stampa che raccontano di “scontri e/o duelli” con l’ex premier. “Di Maio ha lavorato in asse con Conte e ha fatto squadra con tutti i ministri M5S”. Non tutti, però, apprezzano. Alcune fonti puntano il dito contro la “gravità” dei retroscena usciti e non credono alla veridicità della smentita. E’ poi una nota “ufficiale” del M5S a tentare di calmare le acque: “Sulla riforma della giustizia il Movimento cinque stelle ha vinto una battaglia durissima, combattuta da solo contro tutti. E i risultati ottenuti, di grande importanza, si devono anche alla ritrovata compattezza del Movimento, in tutte le sue componenti: dalla guida autorevole e determinante di Giuseppe Conte, alla fermezza mostrata da tutti i ministri durante il Consiglio dei ministri, al contributo e al continuo sostegno offerto dai parlamentari. Sui giornali, come sempre, si lavora per dividerci. Per minimizzare il successo raggiunto da Conte si prova a metterlo in contrasto con Di Maio”, si legge. Tra i corridoi del palazzo, però, sembrano strutturarsi due ‘correnti’ sempre più definite: “Conte teme Di Maio e lo continua ad attaccare. Lui ha portato a casa la trattativa ma l’ex premier vuole i meriti”, dicono gli uni. “Il ministro degli Esteri deve capire che il capo politico non è più lui”, attaccano gli altri. Sabato, intanto, si aprirà il voto sul nuovo statuto. L’Assemblea degli iscritti si riunirà dalle 10 alle 22 dei giorni 2 e 3 agosto in prima convocazione e dalle 10 alle 22 dei giorni 5 e 6 agosto. Fatto questo passaggio, sarà poi il momento di ufficializzare, sempre attraverso un voto on line, Conte nuovo capo politico.

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