Obiettivo allargare la maggioranza per sminare Renzi
“Con Conte per un nuovo governo chiaramente europeista e sostenuto da una base parlamentare ampia, che garantisca credibilità e stabilità per affrontare le grandi sfide che l’Italia ha davanti”. Palazzo Chigi ha da poco diramato la nota che annuncia la volontà del presidente del Consiglio di dimettersi e a Nicola Zingaretti basta un tweet per ribadire la posizione del Pd. Il segretario detta la rotta in una riunione via zoom con Dario Franceschini e gli altri ministri. I dem sono a lavoro da giorni per dare al Governo un ‘percorso di legislatura’, aprire “una fase nuova” e renderla credibile attraverso un rafforzamento della base parlamentare. Le difficoltà riscontrate nell’operazione ‘responsabili’ però, rende di fatto inevitabile il passo indietro di Conte. “Il Pd non ha mai chiesto al premier di salire al Quirinale”, mettono in chiaro fonti dem, ma alla fine il pressing congiunto degli alleati porta alla svolta. Oggi il presidente del Consiglio rimetterà il suo incarico nelle mani di Sergio Mattarella. Per Zingaretti & compagni, comunque, lo schema non cambia. “I numeri non ci sono bisogna allargare la maggioranza facendo appello alle forze europeiste in Parlamento”, è il refrain, con la consapevolezza che adesso partirà anche il nuovo totonomi in vista di un potenziale rinnovo della squadra di Governo.
Il Nazareno è schierato con il premier dimissionario, per un suo nuovo incarico. Se ci sarà o no un Conte Ter, però, dipenderà dai consensi che il nuovo esecutivo incasserà nel giro di consultazioni al Quirinale. Tra gli ‘europeisti’ in Parlamento ai quali i Dem guardano con interesse ci sono i centristi dell’Udc e anche i tre senatori di Cambiamo, compagine che fa riferimento a Giovanni Toti. Netto, in realtà, il giudizio espresso da questi ultimi sulla necessità di cambiare premier.
Della formazione europeista, ragionano i Dem, certo fanno parte anche Matteo Renzi e Italia viva, “a meno che non facciano un’altra mossa a sorpresa e si chiamino fuori”. All’ex segretario Zingaretti imputa la responsabilità di aver “determinato il rischio che si precipiti verso elezioni anticipate” in un momento in cui il Paese chiede responsabilità e un Governo autorevole per contrastare la pandemia, affrontare la campagna di vaccinazione nazionale e gestire i fondi del Recovery plan. Nel momento in cui si vuole allargare la maggioranza a partire dai valori Ue, è il ragionamento, Italia viva non può essere fatta fuori. Il tentativo, allora, è quello di renderla innocua e inoffensiva: togliere a Renzi, cioè, il potere di essere decisivo sul Governo e le sue politiche (a partire dalle riforme). Goffredo Bettini suona l’avviso ai naviganti: “Renzi dimostri effettivamente di avere il senso del salto nel buio che lui ha procurato e incominci in Parlamento a dare qualche segnale, a partire dalla giustizia. Se ci sono delle aperture – dice – lo dimostri”.
Il senatore di Rignano, in realtà, segue l’evolversi della situazione ma resta silente. Le dimissioni di Conte un punto per Iv? “Non siamo in modalità partita – assicurano i suoi – siamo in campo per trovare una soluzione senza veti e preclusioni”.
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