Al via il Consiglio europeo decisivo per il Recovery Fund. Il premier cerca la sponda dell'Eliseo

Tutto pronto per il rush finale. Con un incontro con il presidente francese, Emmanuel Macron, il premier Giuseppe Conte chiude il giro preparatorio alla riunione del Consiglio europeo di venerdì e sabato. Nelle speranze di Palazzo Chigi, il vertice dovrebbe dare subito il via libera a quel Piano Marshall europeo che possa rilanciare le economie del continente. Ma la strada è in salita, e Conte lo sa bene: i Paesi 'frugali', con Austria e Olanda in testa, fanno muro.

Non a caso, a Palazzo Chigi, sente telefonicamente il cancelliere austriaco Sebastian Kurz, il premier ungherese Viktor Orban, il collega ceco Andrej Babis. A distanza, sente anche Sanna Marin, la 34enne premier finlandese che potrebbe giocare un ruolo di mediazione. Insomma, i contatti dell'esecutivo italiano formano un ventaglio variegato, che serve a conoscere le posizioni in anticipo.

Prima di partire alla volta di Bruxelles, Conte interviene alla presentazione del documento 'Donne per un nuovo rinascimento' a Roma. E gioca con le parole: "Stiamo affinando…vorrei dire affilando le armi, ma mi sembra una metafora impropria…stiamo affinando la lettura e lo studio del dossier per questo rush finale, speriamo che sia un incontro molto proficuo, è nell'interesse di tutti".

Conte è forte del sostegno ottenuto in Parlamento, dove la mozione pro-Mes di +Europa viene votata da Italia Viva ma non ha i numeri per essere approvata. La maggioranza, insomma, gli dà un mandato negoziale dove, non a caso, non viene citata la possibilità di accedere al famigerato Fondo Salva Stati, al centro di polemiche politiche che le opposizioni continuano a cavalcare. La leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, parla di "uno strumento per controllare i conti pubblici".

Dalle istituzioni, batte un colpo il presidente della Camera Roberto Fico. Ai microfoni del Gr1, dice che di Mes "poi se ne parlerà". Adesso però la chiave è "andare veloci: l'Europa deve dare una risposta certa in tempi rapidi, il Recovery Fund è fondamentale,con 750 miliardi di euro, non dobbiamo scendere sotto questa cifra".

In realtà è proprio su questi miliardi -e sul bilanciamento tra prestiti e contributi a fondo perduto, che per l'Italia potrebbero essere di oltre 80 miliardi- che si giocherà la trattativa. Questa, dopo mesi di videoconferenze, tornerà sotto il tetto arcobaleno del Consiglio a Bruxelles. I leader si rivedranno di persona. I loro volti saranno spesso coperti dalla mascherina, ma scrutare le loro espressioni sevirà a capire dove si sta andando. Si discuterà a lungo anche di come gestire le corpose risorse in ballo. E, proprio per avere potere di veto sulle voci di spesa, alcuni leader chiedono che sia lo stesso Consiglio a monitorare (e magari bloccare) i programmi, non solo la Commissione.

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