Il ministro dell'Agricoltura ospite a PoliticaPresse

Dai Minibot ai pastori sardi, dalla sopravvivenza del governo al calcio, all'Europa, i migranti e lo stato di salute del settore agroalimentare italiano. Gian Marco Centinaio gioca a tutto campo nell'intervista realizzata a #PoliticaPresse, il videoforum di approfondimento realizzato da LaPresse. Il ministro delle Politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo non svicola, né usa il politichese per descrivere il momento politico del nostro Paese.

Andiamo dritti alla meta, il governo è agli sgoccioli? Il governo è agli sgoccioli se continua a utilizzare i metodi degli ultimi due mesi. In quel caso, per il bene dell'Italia, sarebbe meglio andare a votare prima possibile. Se invece si riprende l'azione di governo dei primi mesi, seria e costante, allora si va avanti bene e per altri 4 anni. Proseguire con i litigi, le ripicche, con più apparizioni televisive che lavoro negli uffici, allora non si va da nessuna parte.

Di Maio invoca spesso la moderazione, Salvini un po' meno… Sì, la invoca, ma poi quando siamo nelle aule parlamentari c'è da battagliare per portare a casa i risultati. Sono convinto che il M5S voglia dare di sé un'immagine diversa dal passato, però sono anche convinto che i risultati elettorali non gli abbiano dato molto ragione.

Ma allora come sono queste riunioni dei Consigli dei ministri? Le riunioni di governo sono molto serene, perché la bravura e la forza del presidente Conte è quella di tenere il livello del dibattito in Cdm molto sull'istituzionale. Io sono della Lega, ma come ministro rappresento gli italiani, anche quelli che votano per la Boldrini. Poi ci sono le riunioni laterali, a margine del Consiglio dei ministri, che sono più frizzanti…

Sarà Giancarlo Giorgetti il commissario europeo per l'Italia? È una persona di altissimo livello e valore, che può rappresentare il nostro Paese. Se fosse lui, ma bisognerebbe chiedergli se è interessato a farlo, penso che sarebbe uno dei più alti rappresentanti che l'Italia può mettere sul tavolo in Europa. Per come sta lavorando bene nell'azione di governo, sono convinto che la sua autorevolezza e capacità di dialogo potrebbero permetterci di fare un salto di qualità in Europa.

Facciamo chiarezza, i Minibot sì o no? Minibot se servono. Siamo il Paese che ha un debito, come Pubblica amministrazione, nei confronti delle aziende private pazzesco. Quindi, se questo strumento può aiutare le aziende ad avere un ristoro e ripartire, ben vengano. Ma non si può dire no ai Minibot senza un'alternativa.

I 3 miliardi risparmiati da reddito di cittadinanza e Quota 100 dove li destinerete? Io li destinerei alla Flat tax. Abbiamo firmato un contratto di governo in cui dicevamo di realizzare queste tre misure, quindi, se siamo persone perbene, soprattutto nei confronti degli italiani, e in particolare degli imprenditori, il nostro lavoro deve essere quello di abbassare le tasse. È dunque giusto che quei 3 miliardi risparmiati, soprattutto dal reddito di cittadinanza, vengano destinati a ridurre la pressione fiscale.

 C'è sempre l'Europa da convincere, con una procedura di infrazione che la Commissione Ue caldeggia da evitare. Questi commissari sembra che vogliano attaccarsi a un potere ora che sta finendo, dicendo all'Italia, che è la nazione più euroscettica di tutte, 'se andate dietro alle posizioni della Lega andrete a schiantarvi'. Ma devono capire che è quasi ora di fare le valigie. Sicuramente all'Europa era più simpatico Renzi di noi, ma i duri e puri di prima dicevano di tutelare gli interessi dell'Italia, ma in Europa non ci andavano. Al mio primo Consiglio europeo dei ministri dell'Agricoltura, il presidente di turno mi salutò con il commento 'finalmente vediamo un ministro italiano'. È logico che se in Europa non ci vai sei simpaticissimo, perché altri prendono decisioni al tuo posto.

C'è il rischio di una 'Ital-exit'? Nessuno dei nostri dirigenti ha avanzato la proposta di uscire dall'Europa, ma abbiamo sempre detto che va cambiata.

Cosa pensa della svolta di Forza Italia, con la nomina a coordinatori di Mara Carfagna e Giovanni Toti? Quando metti due leader gli dai il 50% di potere. Che poi in realtà è il 25, perché chi decide è sempre il presidente Berlusconi. Io non avrei accettato.

L'agricoltura italiana come sta? Benissimo. Le esportazioni sono cresciute anche in periodi di crisi, poi ogni singolo settore ha problemi che vanno monitorati, ma a livello strutturale ci sta dando grandi soddisfazioni. L'Italia è un Paese da vedere, mangiare e bere. Il nostro obiettivo è promuovere tutto quello che abbiamo da Bolzano a Lampedusa, facendo beneficare i settori dell'agroalimentare e del turismo. Stiamo aprendo un dossier con il ministro cinese per un accordo con i loro risicoltori per esportare il risotto: lo hanno provato, gli è piaciuto e lo vogliono portare nel loro Paese.

Con i pastori sardi, però, non è tutto risolto. Il loro obiettivo era il latte a 1 euro e l'accordo che abbiamo fatto con le aziende di trasformazione è quello di fare un percorso di prezzo per arrivare a novembre a pagare quella cifra. È una road map che stiamo rispettando, ma contemporaneamente con gli allevatori abbiamo iniziato un percorso di ristrutturazione della filiera del latte ovino e un percorso di ristrutturazione del consorzio del pecorino romano. Contemporaneamente, stiamo cercando mercati alternativi, a livello internazionale, rispetto agli Stati Uniti, che è quello principale per il pecorino romano, ma se va in crisi, come è accaduto negli anni scorsi, va in crisi tutta la filiera.

Come sta andando il turismo? Siamo un po' 'turisti-repellenti', con una promozione poco strutturata. Per capirci, ci sono 145 milioni di cinesi che girano il mondo, l'Italia ne intercetta solo 3 milioni. Allo stesso modo il turismo giapponese, quello russo e quello americano: l'obiettivo è andare su questi grossi mercati, compreso quello europeo che ormai è maturo, e creare aspettative.

A proposito, è contrario alle grandi navi a Venezia? Vederle passare nel Canal Grande è quasi una bestemmia, ma togliere totalmente le navi da crociera dal Veneziano, significa ammazzare il turismo della Regione Veneto e non solo della città. Le proposte sono sul tavolo del ministro Toninelli, il mio auspicio è che faccia la scelta migliore, anche se non mi ha nemmeno interpellato, nonostante sia il ministro del Turismo.

Tav sì o Tav no? Non entro nel derby, ma voglio che ci venga presentato un piano strategico sulle infrastrutture in tutto il Paese. Senza, bloccare la Torino-Lione significa bloccare l'ennesimo progetto infrastrutturale in Italia.

La linea del ministro Salvini sui migranti è giusta, secondo lei? Se l'Europa non cambia, applicare tutte le strategie per limitare i flussi di migranti nel nostro Paese è doveroso. Tutelando le vite umane, il diritto del mare e il diritto dell'Italia a difendere i propri confini non da un'aggressione, ma da un'invasione. Perché sappiamo bene che nel momento in cui arrivano in Italia, poi ce li dobbiamo tenere noi.

Lei è tifoso del Parma, cosa ne pensa delle voci di mercato sull'arrivo di Mario Balotelli? Se viene pensando di fare quello che ha fatto in Italia, è meglio che resti dov'è. Dico sì, invece, se viene con con testa che ha oggi in Francia.

E cosa ne pensa dei rumors su un possibile ritorno di Gigi Buffon? Beh, ha vinto più coppe col Parma che con la Juve…

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