Tutti d'accordo sulla necessità del cambiamento. Molte idee diverse sul come. Il Guardasigilli: "Rendere oggettivi i parametri di valutazione". Calenda: "Necessario un cambiamento radicale". Lotti attacca: "MI si attribuiscono frasi non vere"

Tutti d'accordo, il caso Csm-Anm pone con forza la necessità della struttura stessa degli organismi deputati a garantire l'autonomia della magistratura dalla politica e, di conseguenza, l'ordinamento stesso dell'organismo di autogoverno. Ma il punto sembra essere il "come" attuare i cambiamenti necessari. Perché si va dall'idea di estrarre a sorte i magistrati che dovranno far parte del Csm, alla necessità che si accentuato il criterio meritocratico nel sceglierli, al principio del non ritorno all'attività giurisdizionale dopo aver fatto parte del Csm, a questioni morali, culturali e politiche molto difficili da attuare per legge. Il meccanismo, finora, ha funzionato così: le correnti dell'Anm (destra, sinistra, centro) che presiedono alle elezioni dei membri togati del Consiglio Superiore hanno sempre discusso anche di nomine e di qualità dei magistrati preposti alla direzione delle procure più importanti e delicate. Ma fin dove può arrivare questa discussione? Teoricamente, la risposta è facile: si dovrebbe discutere solo e soltanto per far sì che si arrivi a mettere i migliori nelle posizioni più importanti. Ma è chiaro che se alcuni magistrati e alcuni politici discutono di cariche per costruire Procure più o meno condiscendenti verso la politica, la questione diventa grave e si arriva al pantano in cui siamo adesso.

Alfonso Bonafede – "Io non entro nel merito di decisioni che non mi competono, ma come ministro della Giustizia ho due compiti: quello di iniziare le azioni disciplinari (cosa che ho fatto nei confronti di alcuni consiglieri) e quello di avviare un pacchetto di norme che impediscano il ripetersi di fatti come quelli emersi. La penso esattamente come il presidente della Repubblica: è necessario cambiare le regole per voltare pagina". Lo dice il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede in un'intervista a 'La Stampa'. "Lo dico più chiaramente – aggiunge – dobbiamo alzare un muro che tenga distante la politica dalla magistratura", per esempio "riducendo il potere delle correnti e stabilendo un principio: i magistrati che entrano in politica non possono tornare indietro. Inoltre il nuovo progetto si deve fondare sul merito".

Le pagelle per i magistrati? "Quelle in qualche modo ci sono già. I magistrati sono soggetti a valutazioni di vario tipo. Dobbiamo cercare di rendere i parametri assolutamente oggettivi. L'importante è che il cambiamento non avvenga sulla base di un'onda emotiva – sottolinea Bonafede – ma con un'attenta riflessione in Parlamento". "A capo delle procure vanno i magistrati migliori. E che con la riforma in arrivo blinderemo la meritocrazia. Aggiungerei che i nostri magistrati sono tra i migliori al mondo, perché non hanno solo passione, ma anche grande coraggio". Le piace esagerare? "Al contrario. Fotografo l'esistente. I capi delle procure sono tutti di altissimo livello. Ma non ci sono dubbi che il correntismo provochi delle degenerazioni", risponde.

Carlo Calenda – "Il giustizialismo non c'entra nulla. Se ci sono comportamenti politicamente inappropriati, si ha il dovere di tenerne conto". Lo dice Carlo Calenda, eurodeputato Pd, in un'intervista a 'Repubblica'. "Adesso però quello che serve è una profonda riforma del Consiglio superiore della magistratura", aggiunge. Ha detto che Luca Lotti ha fatto la cosa giusta. Perché? "Non perché abbia commesso un reato, cosa a cui non credo, ma perché ha tenuto un comportamento eticamente sbagliato. Non si organizzano incontri per influenzare le nomine delle procure dalle quali si è indagati. È una cosa che, semplicemente, non si fa. Credo però che sia il dato meno importante di questa vicenda", risponde.

Qual è il più grave? "Che nel Consiglio superiore della magistratura ci sia una situazione mefitica, che qualcuno dovrà mettere a posto. Poi l'uso continuo di stralci di intercettazioni. Inaccettabile", aggiunge Calenda. Nel Csm bisognerebbe decidere per sorteggio? "Lo lascio decidere a chi è più esperto di me, ma è evidente la necessità di una riforma radicale. Sono successe cose che si vedono raramente anche in politica", risponde. "Quando emerge un comportamento improprio, comunque emerga non si può ignorare. Io Lotti l'ho difeso sul caso Consip. Non ho chiesto le dimissioni neanche del presidente della Puglia Michele Emiliano, che pure considero il peggio della politica italiana, per la stessa ragione. Queste cose non si possono categorizzare. Vanno valutate politicamente caso per caso". 

Lotti ha fatto un passo indietro, ma ha attaccato il senatore Luigi Zanda, definendolo coinvolto 'in pagine buie della nostra storia'. Teme si apra una nuova faida nel Pd? Uno scontro tra chi fa capo a Zingaretti e i renziani in Parlamento? "Il Pd è sempre percorso da lotte a bassa o ad alta intensità, a seconda dei momenti – risponde Calenda – Credo e spero non si aprano guerre. Resta il problema politico di avere un partito con rancori stratificati che risalgono alla notte dei tempi". Zingaretti "Ha una missione quasi impossibile, che per ora ha svolto molto bene. Deve tenere insieme tutte le anime del partito, senza creare fratture, e anzi allargando come ha fatto alle europee. Non me la sento di dare un giudizio sul suo operato. Ho ritenuto opportuno prendere un atteggiamento più netto, in questo caso, ma io non ho un ruolo delicato come il suo".

Luca Lotti – "Anche oggi i principali quotidiani pubblicano intercettazioni senza che nessuno si chieda se sia lecito oppure no. Alcuni giornali poi – utilizzando una frase di Palamara, non mia – provano a raccontare un mio interessamento sulla vicenda Consip: come si capisce bene leggendo, niente di tutto questo è vero. Ancora una volta la verità viene presentata in altro modo e si conferma quanto ho già detto due giorni fa. Peraltro, alcune frasi che mi vengono attribuite non sono assolutamente riferite al vicepresidente del Csm David Ermini. Su questo, come su altro, in tanti saranno chiamati a risponderne nelle sedi opportune". Lo afferma in una nota Luca Lotti, a proposito delle intercettazioni contenute nell'informative della Guardia di Finanza sullo scandalo delle procure pubblicate da 'Corriere della sera', 'Repubblica' e 'Stampa'.

Appaiono totalmente fuorvianti alcune frasi e ricostruzioni legate al Presidente della Repubblica. Come è oggettivamente evidente dalle stesse intercettazioni io non ho commesso alcun reato, pressione o forzatura. Per il resto, ieri mi sono autosospeso dal Pd in attesa che la situazione si chiarisca. Non c'è altro da aggiungere, se non che una verità sarà sempre più forte di mille bugie",

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