Stallo sulla presidenza. Il leader della Lega: "Vogliono fermare cambiamento, ma noi non molliamo"
E' stallo sulla presidenza Rai. Nemmeno 24 ore dopo la nomina di Marcello Foa da parte del Cda è arrivato il no della commissione di Vigilanza parlamentare, che doveva esprimere il suo parere vincolante. Ma a palazzo San Macuto, dove serviva la maggioranza dei due terzi, Pd, Leu e soprattutto Forza Italia hanno deciso di partecipare alla riunione ma non al voto, bloccando Foa. Una scelta che ha portato allo strappo tra Cav e Salvini, mentre dal M5s attacca Gianluigi Paragone: "Alla luce della decisione di non votare Foa ogni dubbio sull'esistenza di un teleNazareno viene spazzata via".
Il consiglio di amministrazione di viale Mazzini, riunitosi di primo pomeriggio, non ha potuto far altro che constatare "che non si sono verificate le condizioni di efficacia della nomina del Presidente" e ha aggiornato la discussione a giovedì alle 11. Nella speranza che in una manciata di ore le forze politiche di maggioranza riescano a sbrogliare la matassa. Intanto Foa, preso atto "con rispetto" dell'accaduto nella commissione parlamentare, si è messo a disposizione dell'azionista – ovvero il Mef – "invitandolo a indicarmi quali siano i passi più opportuni da intraprendere nell'interesse della Rai".
Le strade percorribili sono tutte piene di insidie. La prima è quella delle dimissioni di Foa – ma Paragone, che per i pentastellati è capogruppo a San Macuto, assicura che non deve farlo – che lascerebbero un seggio vacante nella sala del Consiglio. A quel punto il governo potrebbe indicare un nuovo rappresentante. E' la strada in cui sperano le opposizioni, che mercoledì più volte hanno sottolineato, dal Pd come da FI, come l'indicazione di Foa fosse sbagliata nel metodo, visto che il presidente Rai è considerato una figura di garanzia. La seconda è quella di non far dimettere Foa e trovare un nuovo presidente all'interno dell'attuale Cda.
Già nei giorni scorsi era circolato il nome di Gianpaolo Rossi, in quota FdI, come possibile soluzione, ma pare che nemmeno lui incontri il gradimento di Forza Italia. E Berlusconi ha detto chiaro e tondo che "l'eventuale riproposizione dello stesso nome non potrà essere votata dai componenti di FI".
Salvini però ha intenzione di tenere duro. "Continuiamo sulla via del cambiamento", assicura. Per la Lega, insomma, si deve andare avanti con il consiglio di amministrazione della Rai in carica che è comunque "nel pieno delle sue funzioni", compresa la figura di chi esercita le funzioni del presidente, ovvero il consigliere più anziano, Marcello Foa. Un'escamotage su cui subito l'opposizione mostra il segnale di stop: "Capisco che la tentazione di Salvini è saltare le regole – ha detto il senatore Pd Antonello Giacomelli – ma la nomina di Foa non è effettiva. Il consigliere anziano può solo prendere atto della situazione e convocare il Cda". Il capogruppo dem in commissione di Vigilanza avvisa che se il giornalista "non dovesse dimettersi, andremo dal capo dello Stato a denunciare l'occupazione della Rai da parte di Salvini e Di Maio. Sono indegni e non rispettano la legge". Ancora più duro il capogruppo in Senato Andrea Marcucci: "Il piano di Salvini è folle. Il Pd farà barricate per impedire occupazione abusiva della Rai. Foa si dimetta prima che sia troppo tardi".
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata