L'intervento del capo dello Stato alla cerimonia 'I giorni della ricerca' contro il cancro al Quirinale

"Non possiamo accettare che nel XXI secolo, nella società globale della tecnologia e dell'informatica acquistino credito credenze anti-scientifiche e che queste credenze ostacolino indispensabili azioni preventive (come le vaccinazioni) finalizzate al sradicare o impedire il ritorno di malattie pericolose". Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel corso della cerimonia 'I giorni della ricerca' contro il cancro al Quirinale. "Non possiamo consentire che si scarichi sugli altri, che si vaccinano, la sicurezza della salute della società e dei suoi bambini mettendola comunque a rischio con la propria omissione". 

Si è svolta così nella mattinata al Palazzo del Quirinale, alla presenza di Mattarella, la cerimonia di celebrazione de "I Giorni della Ricerca", iniziativa promossa dall'Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro. Sono intervenuti il Presidente dell'Airc, Pier Giuseppe Torrani, il direttore scientifico dell'Istituto Clinico Humanitas di Milano, Alberto Mantovani, la ricercatrice presso l'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, Tiziana Triulzi, e la ministra della Salute, Beatrice Lorenzin. Il capo dello Stato ha quindi consegnato il Premio Speciale Airc "Credere nella Ricerca" a: Estèe Lauder Companies Italia, per l'impegno nella ricerca e nella lotta contro il tumore al seno; Margherita Granbassi, per l'impegno come volontaria dell'Airc nelle numerose iniziative di comunicazione promosse dall'Associazione.

La cerimonia si è conclusa con l'intervento del presidente della Repubblica. Erano presenti, tra gli altri, il presidente emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano, il presidente del Senato della Repubblica, Pietro Grasso, il presidente della Corte Costituzionale, Paolo Grossi, il vice presidente della Camera dei Deputati, Simone Baldelli, rappresentanti del mondo politico, della ricerca, dell'università e dell'imprenditoria. 

Durante il suo intervento, il capo dello Stato ha aggiunto: "Non deve venire mai meno l'impegno per sviluppare le cure palliative e per assistere la persona nei momenti più difficili, quando non si può ragionevolmente prevedere la guarigione si deve comunque curare e quando la cura non è più efficace verso la malattia, c'è ancora uno spazio uno spazio obbligatorio per la cura della persona e della sua dignità. Nessuno deve sentirsi abbandonato".

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