"Sarò costretta a rivolgermi alla Corte europea dei diritti umani di Strasburgo"

"Basta. Non parteciperemo più a nessuna celebrazione per questo ennesimo e terribile 9 maggio. Non ne posso più dell'indifferenza e della bruttezza della politica". Così, in un'intervista al Corriere della sera, Maria Fida Moro, figlia di Aldo Moro, il presidente della Democrazia cristiana assassinato dalle Brigate Rosse il 9 maggio 1978. Proprio l'anniversario della sua morte è diventato, nel 2007, la Giornata della memoria dedicata alle vittime del terrorismo. "Io e mio figlio Luca, continuiamo ad essere tagliati fuori dal riconoscimento della legge per le vittime del terrorismo. Che è applicata a tutti, tranne che ad Aldo Moro. Per questo ho anche chiesto che la giornata cambi data: mi offende e mi ferisce che papà sia l'emblema delle vittime ma per lui la legge non valga", spiega Maria Fida Moro, "per vedere mio padre riconosciuto come un vittima del terrorismo sarò costretta a rivolgermi alla Corte europea dei diritti umani di Strasburgo. È una cosa che mi farà vergognare ancora di più di essere italiana".

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata