Va in frantumi il patto di Bologna dove Salvini, Meloni e Berlusconi si erano promessi "candidati comuni"

Dopo un tira e molla durato settimane, Guido Bertolaso si ritira dalla corsa al Campidoglio e appoggia il candidato sindaco 'civico' Alfio Marchini. Si ripropone all'ombra della lupa capitolina l'alleanza, forse nemmeno voluta, tra Forza Italia e Area popolare e va in frantumi il patto di Bologna dove Salvini, Meloni e Berlusconi si erano promessi "candidati comuni" alle amministrative. Udc e Ncd non hanno mai fatto mistero, infatti, di sostenere il consigliere comunale Marchini, su cui, con una nota e dopo un incontro a Grazioli, hanno deciso di convergere anche gli azzurri. "Il nostro obbiettivo è vincere – spiega il comunicato diffuso dal partito -. Per questo, con il dottor Guido Bertolaso abbiamo deciso di sostenere e fare nostra la candidatura dell'ingegner Alfio Marchini". La conferma arriva dallo stesso ex capo della protezione civile che spiega di aver deciso di "sedersi in panchina" per consentire "alle forze che si riconoscono nei principi del liberalismo e del cattolicesimo di unire i loro sforzi e partecipare alla competizione elettorale puntando a vincere e non solo a testimoniare".

La scelta locale segna un passo anche nella politica nazionale. Forza Italia si riavvicina ad Ap, ma si allontana da Lega e Fratelli d'Italia, schierati a destra con Giorgia Meloni. "Marchini era stato la nostra prima opzione ed era caduta per i veti posti da un alleato della coalizione", precisa il partito degli azzurri. E' stato infatti Matteo Salvini a rifiutarsi di appoggiare l'ingegnere romano. Ma adesso ci sono tutte le premesse per riunire il centrodestra. "Ci auguriamo  – si legge nella nota di Fi – che superando questa dolorosa divisione, tutto il centrodestra, tutti coloro che non vogliono consegnare Roma ai Grillini o alla sinistra, possano ritrovarsi e riprendere un cammino comune". Il capogruppo del Senato, Paolo Romani – tra coloro che era a Grazioli – ribadisce che Silvio Berlusconi "si conferma leader" del centrodestra e la scelta di Marchini è "un ritorno alla prima opzione proposta da Forza Italia agli alleati e mette fine al teatrino degli errori e orrori causato dalle indecisioni degli alleati di destra". Insomma, Forza Italia non ci sta a vedersi attribuire il ruolo di chi fa le giravolte e ribalta le responsabilità sugli ex alleati della convention di Bologna. Replica Salvini attaccando direttamente l'ex premier: "Renzi e Casini chiamano, Berlusconi risponde". Ma il segretario del Carroccio va oltre e alla sfida all'ex Cavaliere aggiunge lo sfregio, appellandosi proprio agli elettori di Forza Italia che "sapranno chi scegliere e chi salutare".

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