L'ad Eni ha risposto a una domanda durante la sua audizione alle Commissioni riunite Attività produttive di Camera e Senato

"Vogliamo andare all'incidente probatorio, voglio andare fino in fondo" sulle attività di produzione di idrocarburi dell'Eni in Val d'Agri, sotto esame da parte della magistratura. Lo ha detto l'amministratore delegato dell'Eni, Claudio Descalzi, rispondendo ad una domanda durante la sua audizione alle Commissioni riunite Attività produttive di Camera e Senato. L'amministratore delegato si è detto pronto a tenere ferma la produzione "per due o tre anni", perché "siamo sicuri di quello che abbiamno fatto – ha sottolineato il manager – per avere dei fluidi, dei liquidi a specifica".

L'Eni "è casa mia, è la mia pattumiera, la casa più pulita e più bella al mondo" ha detto Descalzi che si è scaldato reagendo ad una domanda sulle recenti dichiarazioni del presidente della FederPetroli Italia, Michele Marsiglia. Questi, commentando le inchieste giudiziarie in Basilicata che toccano anche uno stabilimento Eni, aveva detto: "Hanno ridotto l'Eni una pattumiera, un gioiello di cui tutti in Italia, dovremmo essere fieri".

"Taranto vive del petrolio di Val d'Agri quindi abbiamo una doppia conseguenza: non stiamo producendo olio" in Basilicata e "Taranto avrà dei grossi problemi", ha proseguito Descalzi, a margine della sua audizione in commissione Attività produttive. "Stiamo cercando petrolio altrove, ma costerà di più e inquinerà di più. Secondo una mia stima si tratterà di 4-5 dollari in più a barile", aggiunge.

 

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