Roma, 11 giu. (LaPresse) – Se fosse qui oggi, il padre della ‘questione morale’ assisterebbe ad una situazione ben diversa da quella che lui avrebbe voluto. O forse la sua spinta verso una politica pulita e corretta avrebbe impedito ad alcuni partiti di ritrovarsi negli scandali che ogni giorno assumono tinte più fosche. Trentuno anni fa moriva Enrico Berlinguer, leader del Partito comunista e sostenitore dell’etica come base per una buona politica e solide istituzioni. Ideatore del ‘compromesso storico’, Berlinguer ha cercato con intelligenza e lungimiranza di aprire una nuova fase, fondata non sullo scontro ma sull’avvicinamento tra laici, cattolici e comunisti.

Una speranza di miglioramento della società brutalmente stroncata dalla tragica scomparsa di Aldo Moro, ma che non ha impedito al sardo “introverso e malinconico” di portare avanti la sua idea di una politica diversa e più giusta. Almeno fino a quel drammatico 11 giugno 1984, quando dopo 4 giorni di coma dovuti ad un ictus, Berlinguer si spense. Al suo funerale partecipò una folla oceanica di due milioni di persone, in un addio commosso ad un uomo di cui oggi avremo ancora bisogno.

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