Roma, 10 set. (LaPresse) – “L’accanimento terapeutico per salvare il ‘soldato Silvio’ dopo una condanna definitiva, rischia di gettare il Paese nel caos istituzionale e sociale. Senza sbocchi certi per nessuno”. E’ quanto scrive sul sito di Famiglia Cristiana il direttore della rivista cattolica don Antonio Sciortino in un editoriale. “A chi giova? Non certo alle famiglie e ai giovani – aggiunge – che vedono il loro futuro sempre più incerto. Eppure, quando fu varato il governo Letta, Berlusconi dichiarò che le sue vicende personali non avrebbero influito sulle sorti del governo. Forse, abbiamo capito male, pazienza”.

“NIENTE CRISI, SAREBBE UNA FOLLIA”. Don Sciortino poi spiega che “Qualsiasi persona di buon senso capisce che gettare oggi il Paese nell’instabilità politica è un’insana follia che porta al caos e alla dissoluzione, del tanto peggio tanto meglio, con pesanti conseguenze sui bilanci delle famiglie e delle imprese che cominciano a intravvedere un barlume di speranza e di ripresa”. Affossarlo prima del tempo, prima del semestre europeo a guida italiana, senza che sia stata varata una nuova legge elettorale, dice Sciortino, “sarebbe il massimo del masochismo nazionale, che al bene dei cittadini fa prevalere interessi particolari”.

“RESPONSABILITA’ CE N’E’ BEN POCA”. “La gente non ne può più di polemiche sterili e dannose per il Paese”, prosegue il direttore di Famiglia Cristiana. “Da mesi, ormai – dice Sciortino – non si fa altro che parlare, in modo ossessivo, della decadenza di Berlusconi da senatore, dopo una condanna di terzo grado per frode fiscale. Quasi fosse l’unico problema dell’Italia, alle prese con una crisi che ancora morde duramente”. Per don Sciortino “le dichiarazioni di responsabilità si sprecano, ma sono solo parole vuote. Di responsabilità ce n’è davvero ben poca”.

“CON CRISI MERCATI COLPIREBBERO CON DUREZZA”. “Il religioso allarga lo sguardo alla comunità internazionale e spiega che in caso di crisi i mercati “approfitterebbero di questa congenita inaffidabilità italiana per colpire con durezza. E tutto ciò, proprio quando il governo Letta, pur con i tanti limiti e sotto continui ricatti, è riuscito a conseguire qualche buon risultato, nazionale e internazionale”.

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