Sanaa (Yemen), 26 mar. (LaPresse/Reuters) – Non si fermano le tensioni in Yemen, in seguito all’avanzata dei ribelli sciiti houthi verso la città di Aden, nel sud. Nella notte, l’Arabia Saudita ha lanciato raid aerei contro i ribelli, accogliendo così la richiesta del governo del presidente Abd-Rabbu Mansour Hadi, le cui sorti sono ancora incerte. Secondo fonti houthi il capo di Stato sarebbe fuggito dalla città, mentre il governo ieri aveva fatto sapere che Hadi ha lasciato il palazzo presidenziale, per riparare in un luogo sicuro nella stessa Aden. Qui il presidente era fuggito lo scorso 21 febbraio, dopo che gli houthi avevano preso il controllo della capitale Sanaa.

RIYAD: FAREMO TUTTO PER PROTEGGERE GOVERNO. A dare notizia dell’intervento militare è stato l’ambasciatore saudita a Washington, Adel al-Jubeir, annunciando l’operazione durante una conferenza stampa. Il regno, ha detto, “farà tutto quello che serve per proteggere il governo legittimo dello Yemen dal crollo”. Una fonte saudita ha inoltre ventilato anche l’ipotesi di un’offensiva di terra che “potrebbe essere necessaria per ripristinare l’ordine”. Questa mattina i media di Stato hanno trasmesso immagini di caccia sauditi in partenza da una base militare. Secondo quanto riportato dall’emittente al-Arabiya, Riyad ha contribuito alla campagna militare con 150mila soldati e 100 aerei, ma i dati non sono stati confermati dal governo saudita.

IRAN: FERMARE AGGRESSIONE. L’intervento armato, a cui prendono parte anche caccia della Giordania ed è appoggiato dai governi di Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Bahrain, Sudan e Qatar, apre ora nuovi scenari nell’area. Subito si è levata la voce contraria dell’Iran che, attraverso il ministero degli Esteri, “chiede che venga fermata immediatamente l’aggressione militare e i raid aerei contro lo Yemen e il suo popolo”. Secondo il ministero, l’azione militare complicherà “ulteriormente la situazione e ostacolerà gli sforzi per risolvere la crisi con mezzi pacifici”.

MOLTE VITTIME CIVILI. Intanto arrivano i primi bilancio dei raid. Secondo quanto riferiscono i soccorritori, nei raid sono morti almeno 13 civili, tra cui un medico il cui corpo è stato tirato fuori dalle macerie di una clinica danneggiata. Gli attacchi hanno preso di mira il principale aeroporto di Sanaa e la base aerea al Dulaimi. Un testimone ha detto a Reuters che circa quattro o cinque case situate nei pressi dello scalo sono state danneggiate. L’emittente tv al-Masirah, vicina al movimento sciita houthi, ha riportato che i raid hanno colpito un quartiere residenziale nella zona nord di Sanaa, provocando decine di vittime. Nelle riprese trasmesse dalla tv si vedono il corpo di una ragazza e altre persone ferite, tra cui un uomo che spiega di aver perso un figlio nei raid aerei.

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