Caracas (Venezuela), 7 gen. (LaPresse/AP) – Circa 400 donne venezuelane hanno fatto causa alle compagnie che vendono le protesi mammarie della società francese Poly Implant Prothese (Pip), che potrebbero causare rischi per la salute, chiedendo loro di coprire le spese mediche. Il gruppo, spiega l’avvocato Emilia De Leon, vorrebbe ottenere da parte del tribunale un ordine in questo senso, per far sì che le aziende ripaghino anche l’intervento per la sostituzione delle protesi e altre eventuali cure.

A dicembre, il ministro della Salute di Caracas, Eugenia Sader, aveva annunciato che il governo avrebbe garantito interventi gratis di rimozione delle protesi, ma non la loro sostituzione. Secondo la De Leon l’offerta del governo non è però sufficiente. Le protesi sono state riconosciute non sicure e, in alcuni casi (circa mille in Francia), si sono rotte. In Venezuela sono cinque le compagnie che vendono le Pip.

Il governo francese ha già annunciato che pagherà gli interventi di rimozione delle protesi a 30mila donne francesi, ma la De Leon definisce la posizione di Parigi assurda poiché la responsabilità del governo non è limitata ai confini francesi. “Ci sono persone danneggiate in tutto il mondo. Sono loro i responsabili di aver dato i permessi. Sono responsabili anche a livello internazionale”, ha commentato. Secondo la Società venezuelana di chirurgia plastica e ricostruttiva, le donne venezuelane che ogni anno ricorrono a interventi per l’ingrandimento del seno sono tra le 35mila e le 40mila.

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