Il Segretario di Stato Usa: "Cancellare l'intesa siglata con Pechino due anni fa"

Due anni fa, la Santa Sede ha raggiunto un accordo con il Partito comunista cinese, sperando di aiutare i cattolici cinesi. Ma l'abuso del Pcc sui fedeli è solo peggiorato. Il Vaticano metterebbe a rischio la sua autorità morale, nel caso in cui dovesse rinnovare l'accordo". Così il segretario di Stato americano, Mike Pompeo, su Twitter rimandando a una sua pubblicazione scritta per la rivista First Things, in merito all'accordo sulla nomina dei vescovi. "Se il Partito comunista cinese riuscirà a mettere in ginocchio la Chiesa cattolica e altre comunità religiose, i regimi che disprezzano i diritti umani saranno incoraggiati e il costo della resistenza alla tirannia aumenterà per tutti i coraggiosi credenti religiosi che onorano Dio al di sopra dell'autocrate del giorno", ha aggiunto.

La Santa Sede – ha proseguito Pompeo – ha una capacità e un dovere unici di focalizzare l'attenzione del mondo sulle violazioni dei diritti umani, in particolare quelle perpetrate da regimi totalitari come quello di Pechino. Alla fine del XX secolo, il potere della testimonianza morale della Chiesa ha contribuito a ispirare coloro che hanno liberato l'Europa centrale e orientale dal comunismo e coloro che hanno sfidato i regimi autocratici e autoritari dell'America Latina e dell'Asia orientale. Lo stesso potere di testimonianza morale dovrebbe essere dispiegato oggi nei confronti del Partito comunista cinese".

Pompeo ha anche fatto sapere che tutte le sanzioni delle Nazioni Unite contro l'Iran sono state ripristinate, una mossa che la maggior parte del resto del mondo bolla come illegale e pone le basi per una resa dei conti tesa all'organismo mondiale prima della sua Assemblea Generale annuale.

"Gli Stati Uniti hanno intrapreso questa azione decisiva perché, oltre al mancato rispetto da parte dell'Iran degli impegni presi con l'Accordo sul nucleare italiano (Jcpoa), il Consiglio di sicurezza non è riuscito a estendere l'embargo sulle armi delle Nazioni Unite all'Iran, che era in vigore da 13 anni", ha precisato il segretario di Stato Usa. "In conformità con i nostri diritti – ha aggiunto – abbiamo avviato il processo di 'snapback' (meccanismo previsto dall'accordo sul nucleare del 2015, ndr) per ripristinare praticamente tutte le sanzioni delle Nazioni Unite precedentemente giunte al termine, incluso l'embargo sulle armi" E conclude: "Di conseguenza, il mondo sarà più sicuro".

La Casa Bianca ha in programma di emettere un ordine esecutivo domani specificando come gli Stati Uniti applicheranno le sanzioni ripristinate. "Gli Stati Uniti si aspettano che tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite rispettino pienamente i loro obblighi di attuare queste misure", ha affermato Pompeo aggiungendo che, nel caso non dovesso adempiervi, gli Usa sono pronti a utilizzare "le autorità nazionali per imporre conseguenze per tali mancanze e garantire che l'Iran non tragga benefici da un'attività proibita dalle Nazioni Unite". Tuttavia i membri del Consiglio di sicurezza Onu hanno fatto sapere che la dichiarazione non ha valore legale, mettendo in discussione la possibilità per gli Usa di applicare il meccanismo sanzionatorio.

Gli Stati Uniti avrebbero infatti perso il loro diritto di agire sulle sanzioni dopo il ritiro dall'accordo del Jcpoa effettuato da Trump più di due anni fa, nel maggio 2018.

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