Seattle (Washington, Usa), 7 nov. (LaPresse/AP) – Nel 2007 un agente del Federal Bureau of Investigation (Fbi) “si spacciò per un dipendente di Associated Press” nel corso di un’indagine mirata a catturare un 15enne sospettato di avere fatto minacce di attacchi dinamitardi a un liceo vicino alla città di Olympia, nello Stato di Washington. Lo ha reso noto il direttore dell’Fbi, James Comey, in una lettera indirizzata al New York Times. La scorsa settimana era emerso che l’Fbi avesse fabbricato una notizia di AP nel corso dell’indagine, ma la lettera di Comey rivela che l’ufficio si spinse molto oltre e che un agente finse di essere un giornalista dell’agenzia di stampa.

L’agente, spiega il direttore dell’Fbi nella lettera, contattò il 15enne sospetto e gli invio via e-mail una notizia falsa di AP riguardante le minacce e gli attacchi informatici contro la scuola chiedendogli di valutarlo “per essere sicuri che il sospetto anonimo fosse descritto bene”. L’articolo conteneva un software in grado di verificare gli indirizzi internet, che permise di rilevare la posizione del computer del 15enne e contribuì ad accertare che era lui il sospetto. “Quella tecnica è stata giusta e appropriata secondo gli standard del dipartimento di Giustizia e con le norme dell’epoca dell’Fbi. Oggi, l’uso di tali stratagemmi richiederebbe autorizzazioni maggiori rispetto al 2007, ma sarebbe comunque legale e, in casi rari, appropriato”, ha scritto Comey.

Kathleen Carroll, direttrice esecutiva di AP, ha dichiarato che le azioni dell’Fbi sono “inaccettabili”. “Queste ultime rivelazioni su come l’Fbi ha abusato del nome di AP raddoppia la nostra preoccupazione e rabbia, espressa in precedenza al procuratore generale Eric Holder, riguardo a come le inaccettabili tattiche del Bureau minino AP e la differenza vitale fra governo e stampa”, ha dichiarato Carroll in un comunicato.

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