Bruxelles (Belgio), 14 mag. (LaPresse/AP) – L’Unione europea vuole vietare dal primo gennaio 2015 la pesca con reti da posta e la loro presenza sui pescherecci nelle acque europee, per proteggere delfini, squali, pesci spada e tonni pinna blu (questi ultimi ormai in via di estinzione a causa della pesca intensiva). Ora il piano della Commissione europea deve essere approvato dai 28 Stati membri. “Pescare con le reti da posta distrugge gli habitat marini, mette in pericolo la vita marina selvatica e minaccia il mercato sostenibile”, ha spiegato la commissaria europea per gli Affari marittimi e la pesca, Maria Damanaki. Le reti sono anche chiamate ‘muri della morte’, perché intrappolano e uccidono tutti gli animali che incontrano, nel raggio delle decine di chilometri per cui vengono stese. Questo tipo di pesca è responsabile della cattura accidentale e della morte di animali marini fondamentali per l’ecosistema, oltre che dell’uccisione di grandi quantità di specie ittiche dallo scarso valore commerciale.

Prima del divieto nel 2002, le reti erano usate nel Mediterraneo per la caccia del tonno pinna blu, animale in pericolo di estinzione a causa della pesca. Anche se la legge ne restringe l’uso, le reti sono spesso ancora usate illegalmente e il bando totale renderebbe più facile individuare chi contravviene al divieto. Circa un decennio fa, l’Ue dovette intraprendere azioni contro Italia e Francia, perché cessassero simili pratiche. “Dobbiamo chiudere ogni possibile scappatoia e semplificare il controllo e l’applicazione. Il divieto manda un chiaro messaggio che non tolleriamo più simili pratiche irresponsabili”, ha puntualizzato Damanaki. L’ong Pew Charitable Trusts ha commentato la proposta dicendo che mostra la “volontà dell’Ue di reprimere la pesca illegale del tonno pinna blu”.

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