Mosca (Russia), 12 ago. (LaPresse/AP) – È ancora giallo sul convoglio di quasi 280 camion partito oggi dalla Russia verso l’Ucraina dell’est. Ieri Kiev, Mosca e il Comitato internazionale della Croce rossa (Cicr) avevano annunciato di aver trovato un accordo con l’Ue per inviare aiuti alla popolazione di Luhansk, città ucraina controllata dai separatisti filorussi. L’operazione avrebbe dovuto essere gestita dalla Croce rossa, che ieri sera faceva sapere di non aver ancora concordato i dettagli dell’operazione. Intanto Bruxelles e Kiev diffidavano Mosca da qualsiasi tentativo di azione militare con il pretesto dell’azione umanitaria. Stamattina, invece, il convoglio di quasi 280 camion è partito dalla Russia verso l’Ucraina dell’est.

Andriy Lysenko, portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale ucraino, ha subito annunciato che il convoglio è gestito dall’esercito russo e di conseguenza non potrà entrare nel territorio dell’Ucraina. Lysenko ha mostrato un video girato di nascosto in cui si vedono alcuni camion bianchi parcheggiati in una base militare russa. Ad un certo punto nelle riprese si vedono anche alcuni militari russi davanti a uno dei veicoli. Funzionari di Kiev e rappresentanti del Comitato internazionale della Croce rossa (Cicr) hanno detto di non avere informazioni su cosa trasportano i camion né su dove sono diretti.

Il governo ucraino ha suggerito successivamente che il contenuto dei camion potrebbe essere scaricato al confine e trasferito a bordo di mezzi noleggiati dal Cicr. Valeriy Chaly, il vice direttore dell’ufficio della presidenza ucraina, ha indicato che un punto di trasferimento adeguato potrebbe essere stabilito tra la regione russa di Belgorod e la regione ucraina di Kharkiv. Qualsiasi tentativo di portare aiuti umanitari in Ucraina senza l’autorizzazione di Kiev, ha ribadito Chaly, sarà considerato un attacco.

Il convoglio, ha fatto sapere poi il ministero degli Esteri russo, è diretto verso una località tra la città russa di Belgorod e quella ucraina di Kharkiv. Il percorso, si legge nella nota del ministero, era stato approvato dal governo di Kiev e la confusione circa la destinazione del convoglio è stata causata dalle autorità ucraine, che si erano accordate con Mosca in anticipo sulle condizioni degli spostamenti dei camion con aiuti. Precedentemente un portavoce del ministero russo per le Emergenze, Alexander Drobyshevsky, aveva riferito tuttavia che “non era stato ancora definito” in che punto il convoglio avrebbe attraversato il confine. Il viaggio dei camion, aveva detto, potrebbe durare alcuni giorni.

Nel tardo pomeriggio il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov ha ribadito che il convoglio è partito dalla Russia verso l’Ucraina orientale soltanto dopo che il Cremlino aveva ricevuto l’ok dal governo di Kiev. “Abbiamo ricevuto una nota – ha riferito – in cui si esprimeva la prontezza della parte ucraina ad accettare gli aiuti”. Mosca, ha affermato, ha accettato la richiesta dell’Ucraina, cioè che i camion entrino nel Paese attraverso un valico di frontiera indicato da Kiev e che sui veicoli vengano apposte targhe ucraine. L’idea di scaricare il contenuto dei camion al confine e spostarlo a bordo di veicoli noleggiati, ha aggiunto Lavrov, era stata discussa, ma poi abbandonata a causa dei costi elevati. Mosca, ha aggiunto, ha accettato anche la richiesta di Kiev che rappresentanti dell’Ucraina salgano a bordo dei camion insieme a membri del personale della Croce rossa.

La tv russa Ntv ha trasmesso stamattina immagini di centinaia di camion bianchi fermi in un deposito merci fuori Mosca. Un prete ortodosso ha benedetto i veicoli, alcuni dei quali avevano l’emblema con una croce rossa, prima della partenza. Il governo dell’Ucraina ha sottolineato più volte che l’operazione umanitaria nella regione di Luhansk dovrebbe essere uno sforzo internazionale. Il coinvolgimento della Russia, hanno notato funzionari di Kiev, è richiesto per garantire la cooperazione dei separatisti filorussi.

Intanto le autorità di Luhansk, che prima dell’inizio del conflitto contava 420mila abitanti, hanno fatto sapere che le 250mila persone rimaste nella città sono senza elettricità e acqua da dieci giorni. “Luhansk è effettivamente bloccata: la città continua a essere distrutta e le forniture di prodotti alimentari, farmaci e carburante sono state interrotte”, ha fatto sapere il consiglio comunale. Intanto sono stati interrotti i collegamenti ferroviari con Donetsk, l’altra principale città nell’est controllata dai separatisti. I residenti che cercando di lasciare la città sono stati costretti a recarsi in auto nella stazione di Yasynuvata, un’altra città controllata dai ribelli più a nord. Inoltre, almeno tre persone sono state uccise nel bombardamento di un mercato e di due palazzi residenziali.

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