Ankara (Turchia), 21 dic. (LaPresse/AP) – Nuovi arresti in Turchia nell’ambito dell’indagine per corruzione che ha colpito la cerchia del premier turco, Recep Tayyip Erdogan, il quale minaccia di espellere gli ambasciatori stranieri accusandoli di aver voluto lo scandalo. Intanto, nella capitale e in altre città sono in corso manifestazioni contro il premier. Le accuse di Erdogan agli ambasciatori seguono l’arresto di due figli di ministri, Salih Kaan Caglayan, figlio del ministro dell’Economia Zafer Caglayan, e Baris Guler, figlio del ministro dell’Interno Muammer Guler, e di numerose altre persone tra cui Suleyman Aslan, ceo della banca statale Halkbank. In tutto, le persone in attesa di processo ono 24, accusate di aver accettato o favorito mazzette, riporta l’agenzia Dogan. I media turchi riportano che l’indagine riguarda trasferimenti illeciti di denaro in Iran e un pagamento illecito legato a progetti edili. Da quando è scoppiato lo scandalo, il governo ha rimosso dai loro incarichi decine di poliziotti, tra cui il capo della polizia di Istanbul, alimentando le accuse di voler insabbiare l’indagine.

Erdogan ha detto che la “sporca operazione” è stata calcolata in tempo per danneggiare il governo in vista delle elezioni locali di marzo, ritenute un test dopo le proteste dell’estate. Secondo le previsioni, Erdogan si candiderà alle presidenziali di agosto, non potendo concorrere per un quarto mandato come premier. Le legislative sono previste per il 2015. “Alcuni ambasciatori si sono impegnati in azioni provocatorie”, ha detto Erdogan parlando a Samsun. “Restate fedeli ai vostri doveri. Se andrete oltre i vostri poteri, questo governo eserciterà la propria autorità. Non siamo obbligati a tenervi in questo Paese”, ha dichiarato. Sebbene non abbia fatto i nomi dei diplomatici, si riferiva probabilmente a quelli che i giornali filogovernativi hanno accusato di essere dietro l’indagine per corruzione, tra cui quelli americani. L’ambasciata Usa ha negato le accuse, parlando di “bugie e calunnie”.

Intanto, circa 500 persone hanno dato il via a proteste ad Ankara, chiedendo le dimissioni del governo per le accuse di corruzione. Simile manifestazioni sono anche state inscenate a Istanbul e Smirne. Dato che i media turchi hanno riferito che la polizia ha sequestrato 4,5 milioni di dollari nascosti in scatole da scarpe nell’abitazione di Aslan, i dimostranti hanno simbolicamente protestato mostrando cumuli di scatole simili.

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