Bangkok (Thailandia), 18 ott. (LaPresse/AP) – Sono almeno 315 le persone rimaste uccise in Thailandia per le peggiori alluvioni degli ultimi cinquant’anni. Le piogge monsoniche iniziate a luglio hanno inondato due terzi del Paese e alcune aree rimangono sommerse sotto oltre due metri d’acqua, che impiegherà settimane per ritirarsi. Intanto cresce la paura a Bangkok, finora risparmiata da piogge e alluvioni. Soldati, dipendenti pubblici e volontari stanno lavorando senza sosta per riempire sacchi di sabbia e rafforzare le difese del nord della capitale dopo che il governatore Sukhumbhand Paribatra ha chiesto la partecipazione di tutti. “Ogni secondo è importante”, ha detto, aggiungendo che il muro di 6 chilometri dell’area settentrionale è piuttosto vulnerabile alle inondazioni.

Le alluvioni hanno fermato la nazione colpendo città e bloccando aziende e fabbriche. Oltre alle centinaia di vittime, le piogge hanno anche devastato l’economia del Paese, portando a una riduzione delle stime del Pil per il 2011 dal 4,4% al 2,5%. Secondo la Banca centrale thailandese i danni totali delle inondazioni ammontano finora a circa 6 miliardi di dollari, ma potrebbero salire se sarà danneggiata anche Bangkok. Fuori dalla capitale migliaia di persone restano senza casa e impossibilitate a raggiungere generi di prima necessità come i beni alimentari. L’esercito sta coordinando infatti a operazioni di soccorso e sta consegnando cibo a città e villaggi per metà sommersi dall’acqua. Oltre 260mila persone hanno perso il lavoro e 6.533 aziende sono state costrette a chiudere per le alluvioni.

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