Il Cairo (Egitto), 24 set. (LaPresse/AP) – Il maresciallo Hussein Tantawi, capo del Consiglio supremo delle Forze armate al potere in Egitto, ha testimoniato oggi a porte chiuse al processo che vede imputato l’ex presidente Hosni Mubarak. Era vietato l’ingresso ai giornalisti, tenuti fuori dal tribunale e impossibilitati a diffondere ogni dettaglio su quanto emerso in aula. Dopo la testimonianza di Tantawi, durata circa un’ora, gli avvocati delle famiglie delle vittime hanno chiesto la rimozione di alcuni giudici. Ora il processo si fermerà per permettere alla corte di grado più alto di pronunciarsi sulla richiesta. Se sarà accettata, il processo dovrà ripartire dall’inizio con una nuova corte e nuovi giudici. Se invece la risposta sarà negativa, il procedimento riprenderà il 30 ottobre con la testimonianza del generale Sami Hafez Anan, secondo più importante ufficiale nel Consiglio militare al governo, che inizialmente avrebbe dovuto testimoniare domani. La decisione è attesa per lunedì.

Mubarak, accusato di corruzione e di complicità per le morti di quasi 840 manifestanti durante la repressione di inizio anno, era presente in aula durante la testimonianza di Tantawi. Se fosse condannato, l’ex raìs potrebbe rischiare la pena di morte, ma fino ad ora molte testimonianze, tra cui quelle di ufficiali della polizia, sembrano in parte scagionarlo dall’aver ordinato di sparare ai manifestanti. E’ la prima volta che un capo di Stato egiziano in carica, o del mondo arabo, è chiamato a testimoniare in tribunale. “Tantawi conosce tutti i segreti”, ha commentato Gomaa Ali, avvocato della famiglia di un 17enne ucciso durante le manifestazioni.

Durante la testimonianza del capo del Consiglio supremo delle Forze armate, decine di attivisti e familiari delle vittime della repressione si sono radunati fuori dal tribunale, cantando: “Tantawi, dicci la verità, Mubarak è un assassino oppure no?”. Nelle vicinanze ha dimostrato anche un gruppo di sostenitori dell’ex raìs, separato dalle famiglie delle vittime dalla polizia in assetto antisommossa e dall’esercito. A processo con Mubarak ci sono anche i suoi due figli, Alaa e Gamal, accusati come lui di corruzione, il suo ex ministro dell’Interno Habib el-Adly e sei ex vertici della sicurezza. L’esito del processo dipenderà in gran parte dalle testimonianze dei membri dell’ex regime, come Omar Sueliman, al banco dei teste la scorsa settimana, nominato vicepresidente da Mubarak durante la sommossa.

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