Washington (Usa), 21 dic. (LaPresse/AP) – La National Rifle Association, la più potente lobby delle armi degli Stati Uniti, torna a far sentire la sua voce a una settimana esatta dalla sparatoria nella scuola elementare Sandy Hook di Newtown. E lo fa passando al contrattacco. Smentendo le previsioni di chi – visti i 26 morti di cui 20 bambini in Connecticut – si aspettava un ammorbidimento delle posizioni, la Nra ha rilanciato proponendo di introdurre un poliziotto armato per ogni scuola. “L’unica cosa che ferma un cattivo ragazzo con una pistola è un bravo ragazzo con una pistola”, ha detto il vice presidente e ceo del gruppo, Wayne LaPierre, durante i suoi circa 25 minuti di intervento.

LE ARMI SONO LA SOLUZIONE, NON IL PROBLEMA. Nel proporre la presenza di un poliziotto armato per ogni scuola, LaPierre ha annunciato che l’ex deputato repubblicano Asa Hutchison guiderà un programma del gruppo mirato a sviluppare un modello di piano di sicurezza per le scuole che prevede la presenza di volontari armati. A suo parere le armi sono la soluzione, non il problema. Secondo il leader dei lobbisti “il prossimo Adam Lanza”, questo il nome del killer di Newtown, sta già pianificando un attacco ad un’altra scuola. “Quanti altri imitatori stanno aspettando dietro le quinte il loro momento di gloria su una macchina dei media nazionale che li premia con una attenzione totale, spingendo altri a seguire il loro cammino?”, ha detto provocatoriamente. “Ancora una decina di killer? Un centinaio? Come possiamo anche indovinare quanti visto il rifiuto a creare un database nazionale delle persone con malattie mentali?”, ha proseguito.

IL PROBLEMA SONO VIDEOGIOCHI E FILM. A questo punto LaPierre ha puntato il dito contro videogames, video musicali, film e media, che a suo parere espongono quotidianamente i bambini a una cultura violenta.

CONTESTATORI INTERROMPONO DISCORSO. Non sono mancate le contestazioni. Due manifestanti hanno interrotto l’intervento di LaPierre quando ha detto che “l’unico modo per fermare un cattivo ragazzo con una pistola è un bravo ragazzo con una pistola”. Uno dei due ha sollevato un grande cartello rosso con la scritta ‘Nra uccide i nostri bambini’ e un altro con la scritta ‘Nra, sangue sulle vostre mani’. I due sono stati poi scortati fuori dalla sala, mentre gridavano che le pistole nelle scuole non sono la soluzione. Al termine dell’intervento LaPierre si è rifiutato di accettare domande.

OBAMA APPOGGIA STOP VENDITE ARMI D’ASSALTO. Il dibattito sull’accesso alle armi si è riacceso negli Stati Uniti proprio dopo la strage di Newtown, dove un giovane ha ucciso la madre in casa, poi ha aperto il fuoco nella scuola uccidendo 26 persone, fra cui appunto 20 bambini, e infine si è tolto la vita. Da allora Obama ha invitato a intraprendere “azioni decisive” in materia e ha subito cominciato a impegnarsi attivamente. Oltre ad annunciare il suo appoggio alla proposta di legge della senatrice Dianne Feinstein per reintrodurre il divieto di vendita delle armi d’assalto, l’inquilino della Casa Bianca ha incaricato il vicepresidente Joe Biden di guidare una task-force che entro gennaio dovrà individuare “proposte concrete” sulla regolamentazione delle armi. Il divieto di vendita delle armi d’assalto era stato introdotto da Bill Clinton nel 1994, ma è scaduto nel 2004 e non è mai stato rinnovato. Inoltre Obama ha fatto sapere che sosterrà la proposta di legge per eliminare la cosiddetta ‘scappatoia delle fiere di armi’ o ‘gun show loophole’, che permette di comprare pistole dai rivenditori privati agli show senza alcuna verifica del trascorso di chi compie l’acquisto.

LA RISPOSTA DI BLOOMBERG. Dura la risposta alla lobby delle armi da parte del sindaco di New York, Michael Bloomberg, secondo il quale l’invito a introdurre guardie armate nelle scuole rappresenta una visione paranoica dell’America. Per Bloomberg la conferenza stampa di oggi dell’Nra è stata “una vergognosa evasione dalla crisi che affronta il nostro Paese”. I lobbisti attribuiscono la responsabilità “a tutti tranne che a se stessi”, ha affermato, aggiungendo che l’America dovrebbe sollevarsi e chiedere al Congresso e a Obama di lavorare a restrizioni ragionevoli sulle armi.

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