Tensione massima dopo i raid su Aleppo dell'esercito siriano, sostenuto da Mosca. Damasco nega: Non bombardiamo i civili

Gli Stati Uniti sono pronti a comunicare alla Russia la sospensione dell'impegno diplomatico congiunto sulla Siria, a seguito degli intensi attacchi dell'esercito di Damasco su Aleppo, sostenuti da Mosca. Lo ha riferito un funzionario americano, chiedendo l'anonimato. Ieri il segretario di Stato Usa, John Kerry, aveva minacciato l'omologo Sergei Lavrov di mettere fine alla collaborazione bilaterale se la Russia non avesse agito subito per far finire l'offensiva su Aleppo e per ripristinare un cessate il fuoco.

"Ciò che il regime del presidente siriano Bashar Assad e la Russia stanno facendo ad Aleppo è sconvolgente per le nostre anime", "non è solo seminare rovina in questo Paese ma anche creare più flussi di profughi, più radicalizzazione. Stanno facendo un regalo all'Isil e al Fronte Nusra, i gruppi che dicono di voler fermare", ha accusato l'ambasciatrice Usa alle Nazioni unite, Samantha Power. Alla sede Onu, il sottosegretario per gli Affari umanitari dell'Onu, Stephen O'Brien, ha chiesto ai 15 membri del Consiglio di sicurezza di smettere di "tollerare l'assoluta mancanza di rispetto per le più basilari misure di legge umanitaria internazionale". Mosca ha promesso di continuare l'offensiva in Siria, mentre gli Usa cercano una risposta più dura alla decisione russa di ignorare il processo di pace e sostengono la volontà di Assad di imporsi militarmente.

"Il governo siriano non bombarda i civili. Queste persone sono il nostro popolo. Non bombardiamo i civili, non uccidiamo i civili". L'ambasciatore siriano alle Nazioni unite, Bashar Jaafari, respinge le accuse rivolte al governo di Damasco: "Non bombardiamo i convogli umanitari. Non lo facciamo. Chi lo fa, sono i terroristi".

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata