Beirut (Libano), 23 ago. (LaPresse/AP) – I ribelli siriani conquistano terreno nella città di al-Bukamal, dove da alcuni giorni sono in corso scontri tra ribelli e forze armate di Damasco. La città si trova nella provincia orientale di Deir el-Zour e appena al di là della città di irachena di Qaim. Secondo quanto riferiscono gli attivisti, le forze di opposizione sono riuscite a conquistare nelle ultime ore alcuni posti di blocco, la principale stazione di polizia, e il comando locale del Direttorato per la Sicurezza politica, una delle più potenti agenzie di intelligence del Paese. E questo nonostante i forti bombardamenti condotti dall’aviazione militare siriana. Non è chiaro tuttavia per ora se gli aerei dell’esercito abbiano colpito la città, come sostengono i Comitati di coordinamento locali, o solo le aree vicine, come riporta l’Osservatorio siriano per i diritti umani.

Se le forze di opposizione riuscissero a prendere il controllo dell’intera città, questo permetterebbe loro di espandere i propri punti di appoggio lungo la frontiera con l’Iraq. Il passaggio di confine della zona è nelle mani dei ribelli già da un mese, mentre le truppe sono rimaste finora in comando di gran parte della città. L’opposizione già controlla un ampio territorio lungo il confine con la Turchia nel nord, così come alcune zone sulla frontiera con la Giordania nel sud e il Libano a ovest. La battaglia per i passaggi che portano in Iraq diventa dunque sempre più cruciale.

“E’ in corso un tentativo di prendere il pieno controllo di al-Bumakal”, ha spiegato Rami Abdul-Rahman, direttore dell’Osservatorio. Abu-Omar al-Deery, attivista della capitale provinciale Deir el-Zour, riferisce invece via telefono che sono in corso “dure battaglie” ad al-Bukamal, e che “l’Esercito libero siriano sta provando a liberare e ripulire la città”. Dall’area per ora non arrivano notizie di vittime. Morti che, tuttavia, continuano nel resto del Paese. Secondo quanto riferiscono i Comitati di coordinamento locali, una madre e i suoi cinque figli sono rimasti uccisi a Daraya, sobborgo di Damasco, in seguito ai bombardamenti delle truppe governative. Mentre è di questa mattina la denuncia di Amnesty International secondo cui i raid aerei e gli attacchi a colpi di artiglieria e mortaio da parte delle forze governative siriane nella città di Aleppo stanno uccidendo per lo più civili, tra cui bambini.

Intanto, questa mattina gli ultimi osservatori delle Nazioni unite hanno lasciato Damasco in seguito alla scadenza del loro mandato in Siria. La missione, guidata dal tenente generale Babacar Gaye, è stata ufficialmente chiusa alla mezzanotte di domenica scorsa. Gli osservatori erano stati dispiegati per monitorare il cessate il fuoco mediato dall’ex segretario generale dell’Onu Kofi Annan, anche se di fatto la tregua tanto attesa non è stata mai rispettata. Il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha deciso la scorsa settimana di non rinnovare il mandato della missione, lasciando solo un ufficio civile a Damasco per sostenere gli sforzi di pace in futuro.

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