Beirut (Libano), 18 set. (LaPresse/AP) – Lakhdar Brahimi, nuovo inviato speciale di Lega araba e Nazioni unite per la Siria, si è recato in visita in due centri profughi per i rifugiati siriani in Turchia e Giordania. Nel campo di Zaatari, in Giordania, circa 200 rifugiati siriano hanno manifestato contro di lui, urlando “Lascia il nostro campo, vedendo Bashar hai allungato la sua vita”. Si riferivano al fatto che l’inviato ha incontrato il presidente siriano Bashar Assad, con cui ha discusso della crisi e delle violenze nel Paese. Brahimi ha infatti concluso di recente un viaggio di quattro giorni in Siria, ma ha ammesso di non avere ancora delineato un piano per mettere fine allo spargimento di sangue. Un gruppo di ragazzi non si è limitato a scandire slogan, ma ha lanciato sassi contro il convoglio di automezzi su cui viaggiavano i collaboratori di Brahimi.

Prima di recarsi al campo in Giordania, l’inviato speciale ha visitato un campo per i rifugiati siriani nella provincia di confine di Hatay, in Turchia, dove si trovano migliaia di persone fuggite dal conflitto civile. Anche qui è stato accolto da proteste, questa volta di decine di siriani che manifestavano contro il regime del presidente Bashar Assad. “Speriamo che il loro Paese ritrovi la pace e che possano tornare in patria il prima possibile”, ha detto Brahimi durante la visita al campo. La Turchia, che appoggia i ribelli, ha accolto oltre 80mila rifugiati e ospita la sede centrale dei leader dell’Esercito libero siriano e diversi membri del Consiglio nazionale siriano.

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