Al via l'offensiva 'Peace Spring' nel nord del paese contro i ribelli curdi e l'Isis. Trump: "Cattiva idea". Junker: "Ankara si fermi". Forze democratiche siriane: "Nei radi già vittime civili"

L'operazione turca contro la milizia curda in Siria è cominciata. Lo ha annunciato il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan. "Le forze armate turche e l'esercito nazionale siriano hanno iniziato l'operazione Peace Spring nel nord della Siria", ha twittato il capo dello Stato, citando l'offensiva contro "Pkk/Ypg e Daesh", cioé Partito dei lavoratori del Kurdistan, Unità di Protezione Popolare, Isis. L'intervento, ha aggiunto, "neutralizzerà le minacce terroristiche contro la Turchia e porterà alla creazione di una safe zone, promuovendo il ritorno dei rifugiati siriani alle loro case. Tuteleremo l'integrità territoriale della Siria e libereremo le comunità locali dai terroristi". "La nostra missione è impedire la creazione di un corridoio del terrore lungo li nostro confine meridionale, e portare la pace nell'area", ha spiegato Erdogan.  E nel pomerigiio un'esplosione è stata sentita nel nordest della Siria, vicino al confine turco. 

E' "una cattiva idea". Lo ha dichiarato il presidente americano Donald Trump in una breve nota. "Questa mattina il membro della Nato, la Turchia, ha invaso la Siria. Gli Stati Uniti non supportano questo attacco e hanno chiarito alla Turchia che questa è una cattiva idea", ha dichiarato Trump.

Un'iniziativa che preoccupa Bruxelles che chiede ad Ankara di fermarsi. "Chiedo alla Turchia, così come agli altri attori, di agire con moderazione e di mettere fine alle operazioni già in corso mentre parliamo", dice il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker all'Europarlamento. 

"Secondo le prime notizie, ci sono vittime tra la popolazione" a causa dei bombardamenti turchi su obiettivi controllati dai curdi nel nordest della Siria, fanno sapere le Forze democratiche siriane (Sdf), parlando di "bombardamenti intensivi da parte dei jet turchi su postazioni militari e villaggi civili nella zona di Ras al-Ain, Tal Abyad, Qamishli e Ain Issa. Secondo le Sdf, circa 25 aerei turchi sono stati coinvolti nella prima fase dell'offensiva, colpendo 16 obiettivi nella zona di confine. Hanno anche ribadito la richiesta agli Usa e alla coalizione da essi guidata di applicare una "no-fly zone per fermare gli attacchi contro la popolazione innocente".

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