Scontro Paesi Bassi-Salvini: "Non siamo responsabili delle persone a bordo". "Con loro non finisce qui". Sull'imbarcazione delegazione di parlamentari di Pd, Leu e +Europa

La situazione "si sta sbloccando". La prova di forza della Sea Watch 3, con il tentativo di rompere il blocco navale per entrare nel porto di Lampedusa, serve almeno a smuovere l'impasse, con l'imbarcazione nelle acque territoriali italiane, controllata a vista dalle motovedette di Guardia costiera e Guardia di finanza. La mossa della comandante Carola Rackete viene stoppata dalle autorità italiane a un solo miglio dalle sponde siciliane, ma per la prima volta in due settimane si apre uno spiraglio: "Non potevo più aspettare, ma ci hanno detto di pazientare".  Intanto due persone sono state fatte sbarcare: un uomo è stato evacuato d’urgenza dalla Guardia costiera ed è stato condotto in porto anche un minore che viaggiava insieme a lui, come fa sapere su Twitter Sea- Watch Italy

Lo scontro con i Paesi Bassi –  La segretario di Stato per la Giustizia olandese, Ankie Broekers-Knol scarica le responsabilità, perché "come Stato di bandiera, non siamo responsabili per le persone a bordo". Il vicepremier Matteo Salvini, però, reagisce e promette che con L'Aja "non finisce qui".

Conte – Ma, in tarda mattinata, a sostegno di Salvini, si fa vivo anche il premier Giuseppe Conte: "Questo comandante, ritenendo che solo l'Italia sia l'unico approdo, ha assunto una condotta di una gravità inaudita: ora la questione è in mano alla magistratura italiana. E' competenza dei giudici, non della politica" ha detto Conte. Poi il premier si è soffermato sull'aspetto internazionale della vicenda: "A margine del G20 incontrerò anche Rutte, (il premier olandese; ndr) per chiedergli conto dei comportamenti di una nave che batte una bandiera olandese". 

Luigi Di Maio vede invece "molta ipocrisia, perché tutti parlano delle persone a bordo della Sea Watch 3, ma nessuno accenna ai 300 che stanno sbarcando a Lampedusa con i barchini".

Interviene anche il ministro dei Trasporti Toninelli dimostrando che, adesso, il governo è unito: "Per chi viola la legge i porti sono chiusi e rimarranno sempre chiusi". Così il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli, sulla Sea Watch, a margine della presentazione, a Roma, del Piano del gruppo Fs italiane. "Tutti i Paesi devono rispettare la legge",

Ieri sera, nel governo, erano emerse differenze di posizione. Anche per questo, forse, Salvini c'è andato giù duro: "Se l'Unione Europea continuerà a dimostrare disinteresse e abbandono verso l'Italia non vorrei dover ricorrere a non identificare più nessun immigrato che arriva,  non inserendo i dettagli anagrafici nella banca dati europea, in modo tale che chiunque sia libero di andare dove vuole. A mali estremi, estremi rimedi". E il ministro degli Interni, sulla scia di Trump ha minacciato la costruzione di un muto ai confini orientali del Paese.

Poi, questa mattina, nei vari appuntamenti radiofonici, Salvini è tornato sulla Sea Watch 3: "I migranti che sono sulla nave Sea Watch" 3 non sono naufraghi. Quelli sono viaggi organizzati dai trafficanti di esseri umani che con quei soldi comprano le armi e la droga". E poi, sempre a Radio Anch'io su Rai1: "Alcune di queste ong aiutano nella sostanza i trafficanti di esseri umani. Questa volta mi sembra chiaro perché se all'alt tiri dritto in autostrada vieni arrestato, siamo di fronte alla illegalità. Non permetto che siano associazioni private straniere a gestire i confini di un Paese". 

La sinistra sulla nave – A dare manforte alla ong olandese sono arrivati alcuni deputati di Pd, Leu e +Europa, tra cui Graziano Delrio, Davide Faraone, Matteo Salvini, Giuditta Pini, Gennaro Migliore, Nicola Fratoianni e Riccardo Magi. Un rassemblement del centrosinistra, per una volta compatto e deciso a non scendere dalla nave "fino a quando ogni occupante sarà sbarcato". 

Veglia – A Lampedusa si svolge una veglia di solidarietà con i migranti. Il parroco e diversi cittadini, affiancati da alcuni villeggianti dormono da giorni suol sagrato della chiesa esprimendo così la loro vicinanza agli uomini e alle donne della "Sea Watch 3". Ma tutti, a Lampedusa, fanno notare la disparità di trattamento per la Sea Watch. Nell'ultimo mese, infatti, sull'isola sono arrivate 2/300 persone con mezzi propri (barchini, gommoni ecc). Gli ultimi proprio ieri notte: una dozzina di migranti provenienti dalla Tunisia. Molti si chiedono, dunque, se il blocco valga solo per le ong perché, nonostante gli annunci ripetuti di blocco dei porti, Lampedusa è sempre rimasta aperta. 

Esposto della Sea Watch – La Sea Watch per il tramite dei suoi legali Alessandro Gamberini del foro di Bologna e Leonardo Marino del foro di Agrigento ha trasmesso un esposto alla procura della Repubblica di Agrigento per portare all'attenzione dei magistrati i tratti essenziali della vicenda, relativa alla presenza, davanti al porto di Lampedusa, della nave Sea Watch 3, con a bordo, oltre all'equipaggio, 43 persone, tra le quali 3 minori non accompagnati, soccorsi il 12 giugno scorso in acque internazionali, a circa 47 miglia dalle coste libiche. "Attraverso la ricognizione del caso già segnalata dal capitano della Sea Watch 3, Carola Rackete, alla Guardia costiera nella giornata di ieri, si vuole contribuire alla valutazione circa la sussistenza di eventuali condotte di rilevanza penale, poste in essere dalle autorità marittime e portuali preposte alla gestione delle attività di soccorso, nonché demandare alla valutazione dell'autorità giudiziaria l'adozione di tutte le misure necessarie a porre fine alla situazione di gravissimo disagio a cui sono attualmente esposte le persone a bordo della nave", scrivono gli avvocati Gamberini e Marino in una nota

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