Ferguson (Missouri, Usa), 25 nov. (LaPresse/AP) – Di seguito una cronologia degli eventi successivi alla sparatoria del 9 agosto scorso a Ferguson, sobborgo di St. Louis in Missouri, in cui il 18enne di colore Michael Brownun fu ucciso dal poliziotto bianco Darren Wilson.

– 9 agosto. Brown e un amico, entrambi afroamericani, vengono affrontati da un agente mentre tornano da un negozio verso casa del 18enne. Brown e il poliziotto, che è bianco, sono coinvolti in una rissa, a cui seguono degli spari. Brown muore sul colpo e il suo corpo resta sulla strada per quattro ore. Residenti locali intervengono criticando le autorità per avere lasciato il corpo del ragazzo per ore sulla strada.

– 10 agosto. Dopo una fiaccolata, le persone che protestano contro la morte di Brown rompono vetri di automobili e saccheggiano negozi. Si tratta della prima di una serie di notti di violenze. Alcuni dimostranti portano via dai negozi borse piene di cibo, carta igienica e alcol. Altri salgono sopra auto della polizia e deridono gli agenti.

– 11 agosto. L’Fbi apre un’indagine sulla morte di Brown. Due uomini che affermano di essere stati testimoni della sparatoria raccontano ai giornalisti che il ragazzo aveva le mani alzate quando l’agente si è avvicinato con l’arma in mano sparando ripetutamente. Da qui deriva lo slogan ‘Hands up, don’t shoot’, cioè ‘Mani in alto, non sparare’, che è diventato un vero e proprio ritornello in tutte le proteste che sono seguite all’uccisione del 9 agosto. Nella notte i poliziotti in tenuta antisommossa sparano gas lacrimogeni e proiettili di gomma per disperdere i manifestanti.

– 12 agosto. Il capo della polizia di Ferguson, Thomas Jackson, cancella il piano di rivelare il nome dell’agente che ha ucciso Michael Brown, spiegando che minacce di morte sono state indirizzate al dipartimento di polizia e al municipio della città.

– 14 agosto. La Missouri Highway Patrol prende il controllo della sicurezza a Ferguson, sostituendo la polizia locale e quella della contea di St. Louis dopo quattro giorni di violenze. Il cambiamento avviene dopo che sono emerse immagini di proteste in cui si vedono molti agenti con equipaggiamenti militari, tra cui veicoli corazzati, giubbotti antiproiettile e fucili d’assalto. In molte foto i poliziotti puntano le armi contro i manifestanti.

– 15 agosto. Dopo giorni di proteste la polizia identifica l’agente che ha ucciso Brown come Darren Wilson, 28 anni, e diffonde un filmato in cui si vedrebbe il 18enne che ruba una scatola di sigari del valore di 50 dollari in un negozio poco prima della sparatoria. La pubblicazione del video porta a un inasprimento delle proteste.

– 16 agosto. Il governatore del Missouri, Jay Nixon, dichiara lo stato d’emergenza e impone il coprifuoco a Ferguson.

– 17 agosto. Il procuratore generale Usa Eric Holder ordina a un medico legale federale di condurre un’altra autopsia sul corpo di Brown.

– 18 agosto. Il governatore del Missouri, Jay Nixon, chiede l’intervento della Guardia nazionale per aiutare a ripristinare l’ordine in città e revoca il coprifuoco.

– 19 agosto. Nixon annuncia che non chiederà la rimozione del procuratore della contea di St. Louis, Bob McCulloch, dalle indagini sulla morte di Brown. McCulloch, un bianco, è stato criticato da alcuni leader afroamericani per le sue connessioni familiari con la polizia. Il padre, la madre, il fratello, uno zio e un cugino del procuratore hanno lavorato per la polizia di St. Louis, e suo padre fu ucciso dopo che era intervenuto a seguito di una segnalazione di reato in cui era coinvolto un afroamericano. McCulloch ha assicurato che questi legami e il suo passato non avranno nessun impatto sulla gestione del caso di Brown.

– 20 agosto. Holder visita Ferguson per rassicurare i residenti riguardo alle indagini, e incontra gli investigatori e la famiglia di Brown. Nella vicina città di Clayton il Grand jury inizia ad analizzare le prove per decidere se Wilson debba essere incriminato.

– 21 agosto. Nixon ordina alla Guardia nazionale di iniziare a ritirarsi da Ferguson.

– 25 settembre. Holder annuncia le proprie dimissioni, precisando che resterà in carica finché non sarà confermato il suo successore.

Il comandante della polizia di Ferguson, Tom Jackson, diffonde un videomessaggio in cui si scusa con i familiari di Brown, e poi tenta di marciare con i manifestanti. La mossa si rivela controproducente quando, pochi istanti dopo, gli agenti si scontrano con dimostranti e arrestano una persona.

– 10 ottobre. Attivisti provenienti da diverse parti degli Stati Uniti arrivano nella regione di St. Louis per ‘Ferguson October’, una campagna di proteste coordinate di quattro giorni. Alcune migliaia di persone partecipano a una marcia nel centro di St. Louis nel fine settimana.

– 13 ottobre. Un gruppo di religiosi di diverse fedi supera una barricata della polizia nell’ultimo giorno del Ferguson October, nell’ambito di un evento battezzato ‘Lunedì morale’. Le proteste si estendono fuori da Ferguson in altri luoghi, tra cui la vicina sede della compagnia Emerson Electric e lo stadio Edward Jones Dome nel centro di St. Louis, dove si tiene la partita di football tra gli St. Louis Rams e i San Francisco 49ers.

– 21 ottobre. Nixon si impegna a creare una commissione indipendente su Ferguson per esaminare i rapporti razziali, lo stato delle scuole locali e altre questioni sociali ed economiche nella città.

– 17 novembre. Il governatore dichiara lo stato d’emergenza e mette in allerta la Guardia nazionale in vista della decisione del Grand jury sul caso di Brown. Nixon incarica il dipartimento di polizia della contea di St. Louis della gestione di sicurezza a Ferguson, ordinando al dipartimento di lavorare insieme alla polizia della città di St. Louis e alla Missouri Highway Patrol.

– 18 novembre. Nixon nomina 16 membri della commissione indipendente su Ferguson annunciata il 21 ottobre, fra cui il proprietario di un’impresa edile, due sacerdoti, due avvocati, un professore universitario, un attivista 20enne e un investigatore della polizia. Nove membri della commissione sono neri e sette bianchi.

– 24 novembre. Il procuratore Bob McCulloch annuncia la decisione del Grandy jury di non incriminare Wilson. Nella città scoppiano proteste, nel corso delle quali vengono dati a fuoco diversi edifici e auto della polizia. Contro gli agenti vengono lanciate pietre e bottiglie e nelle strade si sentono degli spari. La Federal Aviation Authority (Faa) impone alcune restrizioni sui voli in arrivo nell’aeroporto internazionale Lambert-St. Louis per “fornire un ambiente sicuro alle attività delle forze dell’ordine”. Marce pacifiche si tengono in molte città degli Stati Uniti, da Los Angeles a New York a Oakland. Alcune centinaia di persone manifestano anche davanti alla Casa Bianca a Washington.

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