Washington (Usa), 23 set. (LaPresse/AP) – Gli Stati Uniti e cinque Paesi arabi hanno cominciato gli attacchi aerei in Siria contro lo Stato islamico (ex Isil) usando caccia, bombardieri e missili Tomahawk lanciati da navi stazionate nella regione. Lo ha annunciato il portavoce del Pentagono, il retroammiraglio John Kirby, aggiungendo che non era possibile fornire dettagli dal momento che l’operazione era in corso. Il portavoce ha precisato che la decisione di avviare i raid è stata presa lunedì dall’esercito.

USA: RAID PER SVENTARE ATTACCO AD AMERICA – I raid degli Stati Uniti in Siria sono stati lanciati “per bloccare un attacco imminente contro gli Stati Uniti e gli interessi occidentali” da parte della rete di “veterani di al-Qaeda” nota come gruppo Khorasan, che ha stabilito la sua base in Siria. È quanto fa sapere il Comando centrale degli Stati Uniti (CentCom), senza fornire dettagli sull’attacco sventato. I raid Usa condotti contro i jihadisti di Khorasan sono otto e sono stati realizzati soltanto dall’aviazione Usa a ovest della città siriana di Aleppo, fa sapere il CentCom, aggiungendo che sono stati presi di mira campi di addestramento, uno stabilimento per la produzione di esplosivi e munizioni, un edificio per la comunicazione e strutture di comando e controllo. Pare dunque che gli attacchi aerei avviati nella notte siano da diversificare: da una parte quelli condotti contro lo Stato islamico (ex Isil) dagli Stati Uniti insieme a cinque Paesi arabi (Bahrain, Qatar, Arabia Saudita, Giordania ed Emirati arabi uniti) nella provincia di Raqqa; e parallelamente quelli condotti soltanto dagli Stati Uniti a ovest di Aleppo per bloccare un attacco imminente all’America da parte del gruppo Khorasan.

IN SIRIA RAID DI USA E 5 PAESI ARABI. Fonti ufficiali Usa riferiscono che i raid sono cominciati intorno alle 20.30 ora della costa est (le 2.30 di stanotte in Italia) e sono stati condotti precisamente da Stati Uniti, Bahrain, Qatar, Arabia Saudita, Giordania ed Emirati arabi uniti. Il primo round di attacchi è finito dopo 90 minuti, ma secondo una delle fonti la durata dell’operazione è prevista di diverse ore. I Tomahawk vengono lanciati da navi Usa che si trovano nel nord del Golfo Persico e nel Mar Rosso. Nel Golfo si trova la portaerei Usa USS George H.W. Bush. Nessuno dei raid di oggi è stato condotto con droni, ma l’Osservatorio siriano per i diritti umani fa sapere che gli attacchi sono avvenuti dopo che alcuni droni hanno sorvolato le aree sotto il controllo dello Stato islamico.

DAMASCO: USA CI AVEVANO INFORMATI PRIMA. Dopo l’annuncio del Pentagono il ministero degli Esteri della Siria, con una nota diffusa dai media di Stato, ha fatto sapere che gli Usa avevano informato Damasco prima di lanciare gli attacchi aerei: “gli americani avevano informato l’inviato permanente della Siria all’Onu che sarebbero stati lanciati attacchi contro l’organizzazione terrorista Daesh a Raqqa”, recita la dichiarazione. Daesh è l’acronimo utilizzato in arabo per indicare l’Isil e la città di Raqqa è quella che i militanti hanno dichiarato la loro capitale in Siria.

COLPITA RAQQA, ALMENO 20 RAID NELLA PROVINCIA. Stando all’Osservatorio, sono stati colpiti obiettivi nella città siriana di Raqqa e nell’intera provincia omonima (con raid anche a Tabqa conquistata recentemente dai jihadisti, Ein Issa e a Tel Abyad che si trova al confine con la Turchia), e ci sono state vittime fra i militanti Isil, soprattutto nei posti di blocco. Precisamente sarebbero stati circa 20 i raid nella provincia di Raqqa. Inoltre stando a un collettivo di informazione anti Isil che si chiama ‘Raqqa viene silenziosamente massacrata’, fra gli obiettivi c’erano anche la sede del governatorato, utilizzata dallo Stato islamico come quartier generale, e la Brigata 93, cioè una base dell’esercito siriano conquistata di recente dai militanti.

LA COALIZIONE INTERNAZIONALE CONTRO L’ISIL. Gli attacchi aerei lanciati nella notte in Siria rientrano nell’ambito dell’ampia campagna militare autorizzata dal presidente Usa Barack Obama circa due settimane fa con l’obiettivo di distruggere lo Stato islamico. Da allora Washington ha lavorato per promuovere una coalizione internazionale contro l’Isil e qualche giorno fa il segretario di Stato Usa, John Kerry, ha annunciato che sono circa una cinquantina i Paesi che hanno già aderito. Intanto la scorsa settimana, su richiesta di Casa Bianca e Difesa Usa, il Congresso ha approvato una legge che autorizza l’esercito ad armare e addestrare circa 5mila ribelli siriani moderati, stanziando a questo scopo 500 milioni di dollari per il prossimo anno; e la legge è stata firmata da Obama venerdì.

I RAID IN IRAQ E LE DECAPITAZIONI DI OSTAGGI. Gli Stati Uniti avevano già avviato attacchi aerei contro l’Isil in Iraq lo scorso 8 agosto e da allora sono circa 190 i raid compiuti in Iraq. La decisione di Obama di dare il via a un’offensiva in Siria è giunta invece dopo la diffusione dei video della decapitazione di due ostaggi statunitensi da parte dello Stato islamico, i giornalisti James Foley e Steven Sotloff. Dopo questi due ostaggi, l’Isil ha decapitato anche il cooperante britannico David Haines e in quest’ultimo filmato ha minacciato di uccidere un altro ostaggio britannico, Alan Henning. Ieri un gruppo vicino allo Stato islamico chiamato Jund al-Khilafah, cioè ‘Soldati del califfato’, ha rivendicato il rapimento di un turista francese sequestrato domenica sera in Algeria, Hervé Gourdel, e ha minacciato di ucciderlo entro 24 ore se Parigi non fermerà gli attacchi aerei in Iraq.

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