Londra (Regno Unito), 21 gen. (LaPresse/AP) – Captain Wales torna e essere il principe Harry. A venti settimane dall’inizio della sua missione in Afghanistan il 28enne, terzo in linea di successione al trono britannico, rientra in patria e parla della sua esperienza nella base di Camp Bastion. Questa era la seconda missione di Harry in territorio afghano, dopo quella di dieci settimane tra 2007 e 2008, interrotta dopo che i media svelarono dettagli sulla sua posizione.

Uccidere in guerra, ha detto il principe in una delle interviste rilasciate durante la missione, con l’accordo che non venissero diffuse fino al suo termine, è come “prendere una vita per salvarne un’altra. Se ci sono persone che stanno provando a fare del male ai nostri ragazzi, allora li togliamo dal gioco”. Alla domanda se avesse ucciso delle persone mentre era al comando di un elicottero, ha risposto: “Sì, un sacco di persone lo hanno fatto”.

Il principe ha anche parlato della difficoltà di bilanciare il lavoro come ufficiale dell’esercito e il suo ruolo di reale, spiegando di sentirsi come “uno dei ragazzi” al fronte. “Mio padre (il principe Carlo, ndr) – ha quindi aggiunto – prova sempre a ricordarmi chi sono e cose del genere. Ma è molto facile dimenticare chi sono quando mi trovo nell’esercito. Tutti indossano la stessa divisa e fanno lo stesso tipo di cose”. A volte è necessario sparare sugli insorti, ha proseguito il 28enne che durante la permanenza in Afghanistan ha condiviso la stanza con un altro pilota e ha passato il tempo libero giocando ai videogiochi e guardando film. Benché abbia ribadito di essersi sempre sentito come gli altri, Harry ha ammesso di aver ricevuto qualche attenzione particolare non voluta a Campo Bastion. “Ci sono un sacco di ragazzi – ha aggiunto – che non mi hanno mai incontrato, ma mi guardano come principe Harry e non come captain Wales, il che è frustrante”.

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