L'ambasciata di Pechino in Italia: "Chi semina vento raccoglie tempesta"

Attenti a Pechino, attenti al loro 5G. Mike Pompeo, segretario di Stato Usa in visita a Roma, ha ripetuto gli avvertimenti della Casa Bianca. Per Trump, permettere l'installazione di tecnologie 5G cinesi vuol dire correre il rischio di vedersi rubati dati sensibili. Il capo della diplomazia americana, sbarcato ieri all'aeroporto di Ciampino, ha visto il premier Giuseppe Conte e il ministro degli Esteri Luigi Di Maio.

A Palazzo Chigi non c'è stata conferenza stampa, solo una photo opportunity assieme al premier Conte. Alla Farnesina, invece, Di Maio e Pompeo si sono presentati davanti alle telecamere dopo una mezz'ora di colloquio. Dopo i convenevoli di rito, Pompeo ha puntato il dito contro la Cina, in particolare contro il Partito comunista che sul coronavirus, "con i suoi evidenti tentativi di copertura, ha portato alla morte di oltre un milione di persone".

Proprio il presidente cinese Xi Jinping, nel 2019, era stato accolto con tutti gli onori per siglare la 'Belt and Road Initiative', che porterà soldi e infrastrutture nel nostro Paese. Ma quelli cinesi "non sono partenariati sinceri", ha detto Pompeo, spiegando che metteranno a rischio sicurezza nazionale e riservatezza degli italiani. Di Maio, da parte sua, ha assicurato: "Abbiamo ben presente le vostre preoccupazioni, l'Italia è pienamente conscia della necessità di rendere sicure le reti 5G, resta una nostra assoluta priorità farlo attraverso regole europee comuni", anche se una serie di norme nazionali come il Golden Power sono già vigenti. Roma, ha affermato Di Maio, "è saldamente ancorata agli Stati Uniti e all'Unione europea, cui ci uniscono i valori e gli interessi comuni dei Paesi Nato", anche se "è evidente che un Paese dinamico come il nostro sia aperto agli investimenti" anche quando arrivano da Pechino.

Il Segretario di Stato statunitense Mike Pompeo, in visita a Roma, "ha nuovamente diffamato il Partito comunista cinese e ha attaccato senza motivo la politica interna della Cina e tentato di destabilizzare i rapporti tra Italia e Cina". È il commento dell'ambasciata cinese in Italia affidato a una nota dopo la visita nella Capitale di Pompeo. Secondo i diplomatici cinesi, il segretario di Stato Usa "calunnia la Cina con la scusa della tutela dei diritti umani", mentre sui temi della "libertà religiosa e la cyber security "chi ha maggior diritto di parola in merito" sono i "1,4 miliardi di cittadini cinesi" e "non certo un qualunque politico straniero". "In Italia – conclude la nota – c'è un proverbio che dice 'Chi semina vento raccoglie tempesta'. Ci auguriamo che il gracchiante signor Pompeo metta fine al suo show prima possibile".

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