Pretoria (Sudafrica), 3 lug. (LaPresse/AP) – Oscar Pistorius è un “paradosso” in cui i trionfi del passato come velocista contrastano con il quotidiano e con la serie di limitazioni dovute alla sua disabilità fisica. Lo ha dichiarato in tribunale a Pretoria, in Sudafrica, Wayne Derman, docente di medicina dello sport all’università di Città del Capo, chiamato in aula come testimone della difesa nel processo a carico di Pistorius per l’omicidio della fidanzata Reeva Steenkamp, che risale alla notte di San Valentino dell’anno scorso. Secondo il professore, questo contrasto tra onori sportivi e difficoltà quotidiane ha contribuito a generare stress e ansia nell’atleta. Il corridore sentiva un profondo senso di vulnerabilità che, secondo Derman, può essere stato uno dei fattori che hanno inciso in quello che ha definito “uno sparo sbagliato”.
“Hai di fronte il paradosso di un individuo che è estremamente capace e dall’altra hai un individuo che è significativamente disabile”, ha detto Derman, che ha lavorato con la squadra olimpica e paralimpica sudafricana e ha avuto a che fare con Pistorius per oltre sei anni. Derman ha notato che tra le ansie dell’atleta c’era anche quella di volare. “Teme di rimanere intrappolato da qualche parte senza essere in grado di muoversi rapidamente”, ha aggiunto il professore. Secondo la tesi della difesa, Pistorius avrebbe ucciso la fidanzata scambiandola per un intruso.
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